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Passioni pericolose

"E dov'è che staresti andando?" chiesi incuriosita dal suo umore particolarmente allegro.

"Su Naboo!" rispose Anakin festoso, per poi interrompersi perplesso "Potevo dirtelo... giusto? Cioè, tu puoi saperlo perchè... sei tu, vero?"

Incauto, superficiale, in una parola: immaturo.

Perchè il Consiglio Jedi gli affidava la vita di Padmè?

"A chi vuoi che vada a dirlo?" chiesi con sufficienza "Il giorno in cui mi volgerò al Lato Oscuro e farò il doppio gioco, sarai il primo a saperlo!"

Mi guardò ad occhi stretti, incerto sul tono ironico della frase.

Poi decise che doveva essere uno scherzo, che era in effetti la mia intenzione, e scoppiò a ridere tornando baldanzoso come un bambino.

"Sarò la sua scorta. Deve tornare sul suo pianeta sana e salva e io la proteggerò!" esclamò orgoglioso mentre raccattava indumenti qua e là.

I suoi occhi brillavano ogni volta che parlava di lei.

Ma cosa avevano in testa quegli ammassi di midichlorian ambulanti che sedevano nel Consiglio Jedi?

Obi Wan entrò in quel momento negli alloggi del ragazzo.

"Ti raccomando discrezione, mio giovane Padawan." disse con quella serietà forzata che si era imposto di mantenere da quando era scomparso Qui-Gon Jinn.

'Non ci stai credendo nemmeno tu!' pensai senza curarmi di nascondere la critica mentale indirizzata al Maestro Jedi.

Obi Wan alzò lo sguardo con fare interrogativo, avvertendo la mia insofferenza e cercando di interpretarne il senso.

Anakin non aveva nemmeno colto l'ombra di quella "discussione mentale", preso com'era dal pensiero di Padmè.

"Maestro Kenobi..." esclamai " Permetti una parola?"

Mi seguì attraverso i corridoi, verso un'altra stanza.

"Giusto per capire... Ma non è che il Consiglio Jedi si sta costruendo una galassia alternativa che funziona in modo diverso?"

Obi-Wan era sempre più perplesso e io incalzai "Ma qualcuno di voi si è preso la briga di osservare cosa sta succedendo al ragazzo?"

"Il Consiglio Jedi è formato dai più saggi tra noi." attaccò lui come fosse un ritornello "Non credo ci sia qualcosa di cui tu debba preoccuparti e che possa essere sfuggito ai Maestri."

"Obi-Wan, sei il Jedi più noioso che io conosca! E pensa che tutti gli altri li sopporto come sopporterei una cacca di Bantha nello scarico dello speeder!"

I primi tempi si scandalizzava per commenti simili, come se io stessi profanando una reliquia o bruciando il tempio Jedi.

Ma, da tempo ormai, aveva imparato a sopportare i miei sproloqui verso la casta a cui apparteneva e che sapeva che disprezzavo con tutte le mie forze.

Credo che tutti quelli che mi conoscevano sapessero cosa pensavo dell'Ordine Jedi.

Per fortuna gli unici due Jedi con cui avevo contatti diretti erano Obi-Wan e Anakin, sebbene quest'ultimo reagisse ancora molto male a mie frasi simili.

Ma per Anakin era ancora tutto bianco o tutto nero, tipico dell'adolescenza.

Non aveva ancora imparato l'esistenza dei grigi e non ero sicura che ci sarebbe mai riuscito.

Ripresi il discorso con il Jedi "Possibile che siate tutti tanto ciechi e ottusi?!" parlare delle loro mancanze, che io vedevo nettamente, mi infervorava sempre, era come qualcosa che tamburellasse su un dente dolorante "Il ragazzo non è mai riuscito a prendere le distanze dai propri sentimenti!"

"Anakin è un Jedi. L'attaccamento non gli è consentito ed imparerà a dominarlo." Obi-Wan era irritantemente tranquillo.

"Sì, certo... e blablabla... E se il Consiglio Jedi affermasse che davanti a te non c'è un Rancor, ti lasceresti mangiare! Tu non solo non ragioni ma non ascolti neppure! Anakin è un Jedi, ma prima di tutto è un ragazzo che ha sempre avuto passioni forti. E' uno che si infiamma, che vive intensamente... e che ti critica apertamente!"

Non avevo voluto dirlo, non potevo tradire le confidenze che mi rivolgeva il ragazzo.

Non avrebbe mai parlato con uno di loro, con un Jedi, non avrebbe mai dato segni di debolezza criticando il suo Maestro, ma il comportamento di Obi-Wan gli dava sui nervi irritandolo tremendamente.

E questo era ben poco da Jedi.

Per questo poteva parlarne con me e non con loro: sapeva da sempre della mia avversione per l'intera casta e questo, in qualche modo, ci separava per ruolo ma ci univa per sentimenti.

Il Jedi mi guardò perplesso, prestandomi più attenzione.

"Non puoi pretendere che sia uguale agli altri e che reagisca alle regole nello stesso modo degli altri." continuai con tono più pacato "E' speciale, particolare se preferisci questo termine, lo sapeva Qui-Gon Jinn e l'ha sempre saputo anche il Consiglio. Ha bisogno di una guida forte, che gli indichi la strada da percorrere in ogni occasione. Non può essere lasciato in secondo piano. Tu sei il suo Maestro..."

"E tu sai perfettamente come dovrebbe comportarsi un Maestro Jedi, giusto?" mi interruppe bruscamente lui.

Era un colpo basso e lui lo sapeva.

"No, Maestro Kenobi" risposi io in freddo tono formale "Non so come dovrebbe comportarsi un Maestro Jedi con il proprio Padawan. Ma conosco Anakin e so che lasciarlo preda delle proprie passioni e incoraggiarle, se possibile, non porterà a niente di buono."

Lui mi guardò dispiaciuto "Mellian, non intendevo insinuare..."

"No. Non intendevi." lo interruppi "Lo so, tranquillo. E' il mio solito vizio di tornare qui. Dovrei staccarmi da tutto questo, nulla di ciò mi appartiene."

"Tutto ti appartiene!" rispose lui "Siamo la tua famiglia."

Era una dichiarazione forte e inaspettata, ma non potevo considerarla sincera.

"Siete Jedi" precisai "Non avete una famiglia, non potete averla. L'hai appena detto tu che l'attaccamento non è consentito."

Si accomodò su una poltrona con un gesto di aperta stanchezza, forse più di quanto avrebbe voluto far percepire.

"Io ho fede nelle decisioni del Consiglio, non ho motivo per dubitare della capacità decisionale di chi ha un'immensa esperienza più di me." affermò, stanco ma risoluto.

"Ma hai Anakin!" obiettai "Il tuo rapporto con lui è differente da quello dei Maestri del Consiglio. Tu gli sei vicino più di chiunque altro e puoi capirlo come gli altri non possono!"

"Gli sei vicina anche tu, nonostante tutto" disse lui prendendomi alla sprovvista.

Avrei ripensato molte volte, successivamente, a quella frase, ma il senso di quel 'nonostante tutto' sarebbe rimasto un mistero.

Ero rimasta nonostante l'esistenza di Obi-Wan Kenobi?

Oppure era una critica al fatto che io non avessi diritto a stare lì?

La mia presenza era positiva o negativa per Anakin?

Si alzò, come se si fosse appena ricordato di un appuntamento.

"Devo andare, ho una missione che mi aspetta!"

'E non sia mai che il bene di Anakin venga prima degli ordini del Consiglio!' pensai tra me e me, ma non diedi voce al pensiero.

"Che la Forza sia con te, Maestro Kenobi." dissi con un accenno di inchino che voleva essere di scherno.

Solamente quando il Jedi uscì, lasciandomi sola nella stanza, mi resi conto che il mio augurio era sincero.

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