Ricordi di guerra
Luke era giovane, stava affinando le proprie facoltà ma non padroneggiava ancora del tutto la Forza.
Dopo lo scontro con Han Solo, durante la guarigione della ferita che mi aveva procurato con un colpo di blaster, eravamo rimasti quasi sempre a bordo del Millenium Falcon, tra vari scali su pianeti esterni dove si potevano trovare i pezzi di ricambio necessari alla nave.
Luke aveva passato il suo tempo con me, lasciando le incombenze meccaniche a Solo, Calrissian e al Wookie.
Mi aveva fatto qualche domanda su Vader, quasi in imbarazzo nell’affrontare l’argomento, ma molte di più su Obi-Wan Kenobi che considerava suo mentore ancora di più rispetto a Yoda.
“E Ben è stato un grande Jedi? So che ha partecipato alla Guerra dei Cloni!”
Sorprendentemente provavo affetto per quel ragazzo, così acerbo ma dal cuore grande, alla perenne ricerca della strada giusta, combattuto continuamente tra l’amore per i suoi amici e il desiderio di diventare un Cavaliere Jedi. Era… fresco, pulito. Era diverso da suo padre.
“Tutti noi abbiamo partecipato alla Guerra dei Cloni, non abbiamo potuto fare diversamente. Il problema è che pochi sono sopravvissuti, soprattutto pochi Jedi visto che erano l’obbiettivo primario”
Lo sguardo di Luke si corrucciò “Vader. E’ stato lui a volere lo sterminio dei Jedi, vero?”
Era una discussione in cui non volevo infilarmi. Era compito di Obi-Wan spiegare al ragazzo. Con i suoi modi, ovviamente, come aveva sempre fatto.
“ L’Imperatore ha voluto sterminare i Jedi. Per lui erano l’ultimo ostacolo prima della dichiarazione ufficiale dell’Impero. Vader è stato il suo braccio destro, ma non ha ucciso lui la gran parte dei Jedi”
‘Era impegnato a gettare in fin di vita tua madre e a combattere contro Obi-Wan Kenobi’ mi venne da pensare, ma evitai di pronunciare le parole.
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I ricordi mi assalirono. Era stato caotico quel momento, in seguito all’ordine 66 che decretava lo sterminio della casta Jedi.
Avevo sentito le scintille di vita di tanti innocenti spegnersi d’improvviso e, sebbene non fossi nel mezzo dello scontro, avevo provato un’angoscia indescrivibile.
Avevo dovuto combattere sul pianeta dove mi trovavo, Looth, per poi andarmene nel tentativo di raggiungere Obi-Wan e il Maestro Yoda.
Istintivamente sapevo che Anakin era perduto ed ebbi la conferma della gravità della situazione quando scorsi un barlume di contentezza negli occhi del Maestro Yoda alla mia vista. Il Consiglio Jedi sapeva della mia esistenza ma l’aveva sempre volutamente ignorata. Mi aveva ferita i primi tempi, ma poi ero arrivata ad apprezzare quella sorta di indipendenza e anonimato.
Ma scorgere Yoda contento nel vedermi, sentirgli rivolgermi le prime parole in tutta la mia vita, mi aveva trafitto più di qualsiasi altra cosa: non era semplicemente contento perché una vita era stata risparmiata, come lo sarebbe stato per chiunque, era rincuorato nel vedermi perché non era rimasto più nessuno!
I Jedi erano morti o dispersi. Padmè era morta nel dare alla luce i gemelli. Anakin doveva essere morto su Mustafar. Palpatine stava prendendo possesso dell’intera galassia e non c’era più nessuno in grado di fermarlo.
Avevo conosciuto Ethan durante la fuga da Looth e lui mia aveva aiutata a raggiungere Obi-Wan e Yoda.
Ed era presente, nell’ombra come suo solito, quando Obi-Wan venne ad informarmi sulla situazione e a strapparmi la promessa.
I gemelli sarebbero stati divisi: Leia sarebbe cresciuta come figlia di Bail Organa su Alderaan mentre Luke sarebbe stato affidato alle cure di suo zio Owen su Tatooine.
“Andrò su Tatooine anch’io” disse Obi-Wan “Avrò modo di vegliare sul bambino e anche la possibilità di meditare, di imparare… la vita defilata e un bagno di umiltà non potranno che farmi bene!”
Avrei potuto gioire, in un altro momento, per una frase del genere da parte di quello che era stato un ragazzino saccente, diventato poi un Jedi dal fare leggermente arrogante.
Obi-Wan Kenobi mi aveva sempre dato sui nervi, ma adesso non c’era nulla che potesse darmi soddisfazione in quelle parole. Al contrario, dovetti ricacciare indietro le lacrime.
“Mellian, ho parlato con il Maestro Yoda e anche lui concorda con me!” disse serio “Abbiamo bisogno di te… devi promettermi una cosa”
Avevano bisogno di me?! Questa doveva essere proprio disperazione!
“Anakin… lui si è volto al Lato Oscuro della Forza” il viso di Obi-Wan era ricoperto del velo di tristezza più profonda che avessi mai visto. Non era stato così nemmeno il giorno del funerale di Qui-Gon Jinn.
“Avrei dovuto proteggerlo ma non ne sono stato capace. Lord Sidious l’ha corrotto, gli ha lasciato fare il lavoro sporco, l’ha usato per cercare di sterminarci. Ora Palpatine è al potere, incontrastato e i Sith torneranno senza che possiamo fare nulla per impedirlo.”
Il discorso del Jedi stava prendendo una piega che non mi piaceva affatto.
“Dobbiamo proteggere e poi addestrare chi avrà la possibilità, in futuro, di riportare l’equilibrio”
Le parole di Obi-Wan mi fecero venire un brivido, al ricordo delle stesse parole pronunciate, tanti anni prima, parlando di Anakin.
“Ma non possiamo perdere di vista ciò che accadrà nell’ormai defunta Repubblica. Palpatine va controllato, ci serve qualcuno che possa fare da collegamento. Mellian… devi andare da lui!”
La richiesta mi colpì come uno schiaffo.
“Andare da lui? Spero tu stia scherzando!”
“No, per niente. I Jedi non esistono più, il Consiglio è stato sterminato. Per quel che ne sappiamo io e Yoda potremmo essere gli ultimi rimasti! Dobbiamo sapere cosa farà l’Imperatore e l’unica che possa avvicinarlo sei tu. Tu non sei un Jedi, non ufficialmente almeno. Se entri nelle fila dell’Impero, non desterai sospetti. Chiunque ti conosca del rancore che hai sempre covato nei confronti dei Jedi. Se dici di voler stare dalla parte di Palpatine nessuno metterà in dubbio la tua parola!”
Non potevo crederci! Quel che rimaneva della casta Jedi stava mettendo nelle mie mani il proprio futuro e la propria sopravvivenza. A me, che ero stata inesistente per loro. Io che non ero nemmeno un Jedi.
Avrei voluto ribellarmi, scappare lontano e lasciarli al loro destino!
Ma quel bambino che era stato Anakin era stato deluso dai Jedi tanto quanto lo ero stata io. Non l’avevano voluto, all’inizio. Qui-Gon aveva illuso anche lui ma poi non si era opposto al rifiuto del Consiglio. Solo la sua morte prematura aveva consentito ad Anakin di ottenere quell’addestramento che gli volevano rifiutare.
Il Lato Oscuro si era insinuato nel suo animo già allora e, in seguito, il Signore dei Sith l’aveva usato e poi gettato e l’avrebbe fatto con chiunque gli tornasse utile.
Qui-Gon non c’era più, Anakin non c’era più, i Jedi non c’erano più… cosa mi impediva di scegliere una strada che mi portasse più vicino a chi aveva distrutto il mio mondo, nella speranza che, un giorno, potessi aiutare chi avrebbe distrutto il suo?
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“Tornerò dal Maestro Yoda!” disse Luke scuotendomi dai miei ricordi “Purtroppo non posso rimanere con gli altri, devo portare a termine ciò che ho iniziato. L’ho promesso a Yoda!”
Era così forte ma anche così infantile… Lo guardai dolcemente.
“Vieni con me!” mi disse “Tu puoi insegnarmi!”
Scossi il capo “Io non posso insegnarti nulla. Quello è compito del Maestro Yoda. Io non sono un Jedi”
“Capisco.” Si fece pensieroso. “Allora rimarrai con l’Alleanza Ribelle! Abbiamo bisogno di buoni combattenti!”
Sorrisi. “Luke, impara a parlare con parole tue e non con quelle dei tuoi amici. L’Alleanza Ribelle combatterà come ha sempre fatto, ma Vader non può essere sconfitto da un pugno di X-Wing! Vai dal Maestro Yoda e completa la tua istruzione. Io ti aspetterò e ci sarò quando avrai bisogno di me.”
Il Millenium Falcon atterrò su un nuovo pianeta.
Ignoravo dove fossimo ma, nel salutare Luke che si allontanava, scoprii che non mi importava affatto.