La prova - 1a parte
Il Millenium Falcon non era quel che si dice una nave di rappresentanza.
Milady l’aveva intravista in un paio di occasioni, ma mai abbastanza da vicino da rendersi conto di quanto avesse bisogno della sua buona stella per continuare a viaggiare.
“Hai conosciuto Ben Kenobi?” chiese il giovane di fronte a lei.
Luke Skywalker non era ancora un Jedi completo, ma l’aura di positività che emanava era travolgente. Era energico e pieno di vita, riflessivo ma ancora abbastanza giovane da essere avventato.
Guardandolo, Milady non potè fare a meno di valutarne le somiglianze e le differenze con il padre.
“Ho conosciuto Obi-Wan Kenobi quando ero una ragazzina e lui pure: abbiamo circa la stessa età.”
Sorrise allo sguardo perplesso di Luke “No, la mia età non corrisponde al mio aspetto! La Forza può essere utilizzata in molti modi, Obi-Wan non te lo ha detto?”
“Sì ma… non pensavo…” lasciò cadere l’argomento.
“Ho seguito Obi-Wan per parecchi anni” riprese lei “All’inizio perché seguivo il suo Maestro, poi beh, credo semplicemente che non avessi legami di altro genere…”
Milady si perse per un attimo nei propri pensieri, rimpiangendo quasi di non poter raccontare tutto.
“Ma tu non sei un Jedi!” Luke era incredulo.
“No, non lo sono. Affiancando Obi-Wan ho potuto imparare dal suo Maestro, ma non sono mai stata addestrata ufficialmente, quindi credo di non poter usare il termine ‘Jedi’.”
“Chiedo perdono per l’intrusione!” il droide dorato chiamato C-3PO si avvicinò.
“Il Comandante Solo chiede gentilmente di allacciare le cinture di sicurezza. Sembra che passeremo nelle vicinanze di un campo di asteroidi e…”
“…E qualche sassolino potrebbe farci ballare un po’!” intervenne bruscamente Solo “Quindi è meglio che la vostra chiacchierata la facciate legati al seggiolino!”
“Non potevi scegliere una rotta più sicura?” chiese il Luke.
“No che non potevo! A parte i buchi neri sparsi in questa parte della galassia, ma questa bellezza” picchiò il palmo della mano sulla parete della nave “non vuole saperne di far funzionare il sistema di navigazione! Questa è l’unica rotta che sono riuscito ad impostare, per utilizzarne un’altra dovrei navigare ‘a vista’, non so se mi spiego…!”
“Come no! Stai dicendo che questa vecchia carcassa faticherà a portarci a casa!”
“Vecchia carcassa? Senti un po’, ragazzino, mi pare che la ‘vecchia carcassa’ come la chiami tu, ci abbia sempre portati dove volevamo fino a quando era sotto il mio controllo!”
“Stai dicendo che è colpa mia?” esclamò ironico ma sorridente Lando Calrissian che, lasciata la cabina di pilotaggio, aveva deciso di unirsi al gruppo.
“E io che ne so?!” rispose Solo “Uno non può passare un po’ di tempo ibernato che subito mettono le mani sulla sua nave!”
Dalla cabina di pilotaggio arrivò un ruggito di disapprovazione dal Wookie compagno di Solo.
“Certo che c’entri anche tu, ammasso di pelo ingrato! Dovevi impedire a questi incoscienti di approfittarsi della mia assenza!”
Milady era rimasta in silenzio studiando lo strano rapporto di affetto, mascherato dall’ironia, dei presenti.
“Se sapessi dove stiamo andando potrei darvi io le coordinate per il salto nell’iperspazio.”
“Tu cosa?!” esclamò Solo “A parte il fatto che nessun essere umano è in grado di fare i calcoli al posto di un’iperguida, ma mi credi così stupido da dirti la nostra destinazione?"
“Non dico di essere certa di conoscere questa parte di galassia, ma ho una buona esperienza di navigazione…”
“No dico! Ma la dobbiamo anche stare a sentire?”
“Han, calmati!” Luke si alzò prendendolo per un braccio.
Milady, seduta, li fissava tranquillamente: indipendentemente da quello che sarebbe successo, aveva imparato a non far mai trasparire i propri pensieri e stati d’animo.
“Ma si può sapere che diavolo ti ha fatto?” gridò Solo “Prima fa la reginetta delle truppe imperiali, poi pretende di venir qui e farsi accogliere a braccia aperte! Se ne va in giro con quel pezzo di stoffa nero sulle spalle, che le manca giusto la maschera e il sibilo del respiratore!”
Luke si frappose tra Solo e Milady, guardando dritto negli occhi l’amico.
“Possibile che tu non riesca ad ascoltare altri che te stesso?” era più amareggiato che arrabbiato “Sai benissimo che non riuscirei a spiegarti perché mi fido di lei! E’ così e basta e se non riesci a capirlo… non so che farci, davvero!”
“Adesso non venirtene fuori con le tue storie sulla Forza, o altre cose simili! So di doverti ringraziare per avermi tirato fuori dalle grinfie di Jabba, ma non per questo puoi pretendere che le mie idee cambino così radicalmente!”
Lando si teneva in disparte, indeciso sul da farsi.
“Non voglio farti cambiare idea!” riprese Luke “Voglio solo che mi ascolti! Perché non puoi credere che quello che sto dicendo abbia un senso?”
“Perché per me ha più senso un blocco di grafite piuttosto che la ‘magica intesa’ data dalla Forza!”
Luke sospirò impotente.
“Lei era lì!” continuò Solo abbassando il tono della voce “Quando siamo usciti da quella porta, prigionieri di Vader, lei era lì. Se veramente voleva unirsi a noi, perché non farlo in quel momento? Perché aspettare che Vader ti tendesse una trappola? Se siete tanto uniti mentalmente, perché non ti ha messo in guardia? O meglio, perché non ha impedito a Vader di catturare le sue esche?”
Ci fu un breve momento di silenzio.
Milady si era aspettata che arrivasse quel momento e sapeva che nessuna spiegazione sarebbe stata sufficiente.
“C’è un modo in cui posso guadagnarmi la tua fiducia?”
I tre uomini si voltarono a guardarla perplessi.
“Ti interessa la mia fiducia?” rispose dopo un attimo Solo.
Milady sospirò “A dire il vero, no.”
Lando corrucciò la fronte.
“Ma so che interessa a lui” Milady indicò Luke con un cenno del capo “E vorrei evitare di creare problemi.”
“I problemi li hai creati venendo a cercarci!”
“Probabile, ma a questo non posso rimediare.”
Si alzò, portando la mano alla spada laser.
Solo scattò ed estrasse la pistola blaster mentre spingeva di lato Luke.
Lando si portò all’istante al suo fianco impugnando un fulminatore.
C-3PO, si dileguò blaterando frasi che nessuno ascoltò.
Milady sganciò lentamente la spada laser dalla cintura e la appoggiò sul ripiano a fianco.
“E questo cosa significa?” Solo era nervoso “Vader respingeva i colpi a mani nude…”
“Verissimo!” confermò Milady “Sarei in grado di farlo anch’io!”
E, a conferma della frase, un lieve gesto bastò a togliere l’arma di mano a Calrissian e farla cadere a terra.
“Ma non ho intenzione di farlo.” la donna sembrava divertita.
Lando, silenzioso, si chinò a raccogliere la sua arma senza spostare lo sguardo dalla scena, e anche Luke sembrava in attesa degli eventi: ormai era chiaro che la questione fosse tra Milady e Han Solo.
“Che vuoi dire? Che non devierai i colpi?” chiese Solo.
“Spara!” rispose lei allargando le braccia con fare teatrale “E’ una buona occasione per togliermi di mezzo. Non ho intenzione di difendermi!”
L’espressione incredula di Solo era più eloquente di qualsiasi frase.
“Adesso basta!” intervenne Luke.
“Lascia perdere Han!” Calrissian aveva perso tutto il buon umore “Piantiamola con queste buffonate!”
Milady sapeva di non voler perdere quell’occasione. Se Han avesse deciso di lasciar stare, doveva farlo di propria volontà, non spinto dagli altri.
Così non avrebbe vinto nessuno,… perché questo era: una sfida.
Solo aveva dei pregiudizi nei suoi confronti, peraltro validamente motivati. Doveva esserci qualcosa di altrettanto valido che gli facesse cambiare idea, o almeno lasciare spazio al beneficio del dubbio!
“Spara!” disse ancora “Non te lo impedirò.”
Il riflesso dell’incertezza passò sul volto di Han mentre sembrava ragionare sulla situazione.
Lando guardò perplesso l’espressione preoccupata di Luke.
Poi il lampo di un laser spezzò l’attesa.