La devozione
La base Starkiller era esplosa, trasformata in un sole.
Era stata distrutta da un pugno di combattenti della resistenza, così come era successo alla Morte Nera del resto.
Chissà se un giorno l’Impero, il Primo Ordine come si chiamava adesso, avrebbe imparato dai propri errori!
Non mi dispiaceva affatto che quella mostruosità fosse scomparsa.
Io ero sullo Star Destroyer più vicino al pianeta al momento dell’esplosione.
Avevamo subito parecchi danni, ma eravamo riusciti ad allontanarci in tempo da non venir distrutti con il pianeta.
Nei momenti successivi al disastro, avevo cercato notizie di Kylo Ren in mezzo alla concitazione delle comunicazioni caotiche e frastornanti del personale di bordo in preda al panico.
Lui era vivo, lo sapevo, ma non sapevo in che condizioni.
Ethan era con me nei miei alloggi quando avevo percepito il compimento del passaggio al Lato Oscuro di Kylo Ren.
Come se una lama mi avesse trapassata, avevo percepito il dolore e la vita di Han Solo spegnersi.
Ma non perché fossi in collegamento con Solo, al contrario, avevo percepito Kylo Ren e la lacerazione nel suo animo.
Avevo sperato fino all’ultimo che non portasse a termine quel folle gesto, ma lui sapeva che sarebbe arrivato il momento e si era preparato a ciò che doveva compiere.
Nonostante questo, sapevo che avrebbe vacillato: nel profondo del suo animo i legami con la sua famiglia erano ancora forti.
Era uno dei motivi per cui si odiava tanto: i suoi sentimenti lo facevano sentire debole e non degno della fiducia di Snoke, non degno di ripercorrere le gesta di Vader.
Avevo urlato, quando era successo, incapace di trattenermi e di vedere al di là di quel singolo gesto.
Ethan si era precipitato in mio soccorso, ma mi aveva trovata fredda e in preda all’orrore.
“L’ha fatto” avevo sussurrato “L’ha fatto davvero e adesso tutto sarà più complicato”.
Se Kylo Ren fosse tornato sui suoi passi prima di questo gesto, se Ben Solo si fosse riaffacciato e avesse ripreso in mano la propria vita prima di tutto ciò, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Ma adesso come poteva Kylo Ren evitare di farsi soggiogare dal Lato Oscuro? Avrebbe avuto la forza di scegliere autonomamente la propria strada?
“Mi stai dicendo che Han Solo è morto?”
Ethan era incredulo, sconvolto.
Il mio sguardo doveva essere atterrito perché quello che mi restituì lui era di disperazione.
“Devo trovarlo! Devo andare da lui!”
Era l’unica cosa che riuscivo a pensare in quel momento, dovevo trovarlo.
Ethan si scosse e mi guardò perplesso “A che scopo? Dopo aver ucciso suo padre, pensi che ti darà ascolto e che riuscirai a portarlo via a Snoke?”
Snoke era troppo potente e il Lato Oscuro era troppo seducente per un giovane apprendista spaventato di sé stesso e incapace di comprendere il proprio valore.
“No, non lo porterò via a Snoke. Al contrario, lo aiuterò a percorrere la via del Lato Oscuro.”
Ethan era sbigottito.
“Ma di cosa stai parlando?!? Il Lato Oscuro non è già abbastanza forte il lui? Ha appena ucciso il suo stesso padre! E adesso, al fianco di Snoke, riprenderà a combattere la Resistenza, combatterà sua madre e cercherà ancora Luke Skywalker. Ci ucciderà tutti!”
Aveva ragione, ovviamente.
“Per questo devo andare da lui e aiutarlo il prima possibile!” esclamai, per poi zittire Ethan con un cenno “Snoke non deve avere il controllo totale su di lui, ma l’avrà finché lui non sarà abbastanza forte. Kylo Ren deve prendere coscienza di sé stesso, deve imparare quanto sia potente e deve percorrere la via del Lato Oscuro fino a diventare forte come e più di Snoke. Solo così potrà sottrarsi al suo controllo.”
“E’ una pazzia!” rispose il Loothy “E’ una pazzia e non hai la certezza che servirà a qualcosa! Una volta che Ren fosse più potente di Snoke, se diventasse un Sith, cosa succederebbe? Sarà lui a portare distruzione nella galassia, sarà lui a comandare il Primo Ordine e a distruggere la Resistenza. Non servirà a nulla!”
Lo guardai soppesando le sue parole.
Poteva avere ragione, naturalmente, chiunque sano di mente l’avrebbe vista come lui.
Ma conoscevo Kylo Ren.
“Vedremo.” Risposi allontanandomi.
Lo trovai parecchio tempo dopo.
Hux l’aveva recuperato dal pianeta/base spaziale e trasportato sull’ammiraglia.
Io ero sbarcata poco dopo aver saputo ufficialmente la sua posizione.
Sapevo che non era ferito gravemente, non nel fisico almeno, e che gli avevano già prestato le cure mediche necessarie.
Avvicinandomi all’alloggio, percepivo il tumulto di pensieri e sensazioni, la rabbia, la sconfitta, l’umiliazione… il dolore.
Dovevo essere forte per non farmi risucchiare in quel vortice.
La porta si aprì un attimo prima che fossi davanti.
Entrai. Lui era sdraiato. Non vidi il casco nella stanza.
Il silenzio dell’ambiente strideva con il caos mentale che si sprigionava dalla figura immobile.
Mi avvicinai e portai un ginocchio a terra, in silenzio.
“No. Non farlo mai più! Non ne sono degno.”
Le parole erano ferme, a dispetto delle sensazioni che potevo avvertire.
Si mise seduto girandosi verso di me e rivelando la cicatrice in viso.
“Alzati... ti prego”
Mi alzai fissando quegli occhi disperati.
“La mia devozione per te non si misura in battaglie vinte o perse.” dissi tranquilla.
Il suo sguardo si fece quasi speranzoso, poi si alzò in piedi tenendo un braccio spinto contro il fianco sinistro.
“La ragazza… non era nemmeno addestrata!” esclamò cominciando a camminare inutilmente per la stanza “E anche l’assaltatore… dove si è mai visto un assaltatore che sa maneggiare una spada laser?!?”
Le immagini della lotta mi invasero come una marea. Era faticoso rimanere impassibile.
“Li hai sottovalutati. Capita.”
“No!” urlò mentalmente ancora più che fisicamente “Non può capitare! Non a me, non al Maestro dei Cavalieri di Ren!”
“Non al nipote di Vader” aggiunsi io con voce pacata.
Mi guardò come se volesse incenerirmi, poi il suo sguardo si spense.
“Già, non può capitare al nipote di Vader…”
“Ma può capitare ad un adepto delle vie della Forza!” ribattei “Hai ancora un percorso lungo da intraprendere, perché non ti dai una possibilità? Pensi di aver deluso qualcun altro oltre te stesso?”
Si fece pensieroso “Hux dice che Snoke ha espresso l’intenzione di completare il mio addestramento. Per questo non mi hanno lasciato sul pianeta quando è esploso”
Pensava che avrebbero potuto farlo? Seriamente era convinto di valere così poco?
Non potevo permettere che continuasse a farsi travolgere da quella spirale autodistruttiva.
Era stata la storia della sua vita, inseguire un posto nel mondo, cercare l’approvazione di chi pensava contasse davvero, sentirsi umiliato per ogni fallimento.
Era quello il motivo della sua rabbia incontrollata, era per quello che la ragazza l’aveva battuto.
“La spada…” accennò interrompendo i miei pensieri “La sua spada era là e io l’ho chiamata. Ma non ho potuto fare nulla, la spada è finita nelle mani della ragazza…”
Il dolore era tangibile, il colpo al fianco era niente in confronto.
No! Non doveva continuare così. Sarebbe stato sempre peggio e sarebbe diventato un pericolo per tutti, completamente fuori controllo.
“Quale spada?” chiesi pur conoscendo la risposta.
Mi guardò con lo sguardo martoriato di chi ha perso tutto, un misto di dolore e vergogna.
“La spada di Darth Vader” rispose.
Lo fissai, impedendomi di dare voce a tutti i miei pensieri in una sola volta “E non hai pensato a nessuna spiegazione? Non ti sei reso conto di quel che succedeva? Quella era la spada di Anakin, non di Vader!”
Si perse nel vuoto, per poi tornare a guardarmi con una scintilla di speranza.
Rimase in silenzio.
“Kylo Ren, mio Signore” esclamai cercando di dare enfasi a quel titolo “Tu sei stato il Maestro dei Cavalieri di Ren eppure il tuo addestramento non era ancora completo. Percorrerai le vie del Lato Oscuro e sarai un grande combattente, al pari dei più grandi Signori dei Sith”
Mi fissò senza parole.
“Il Leader Supremo è la tua guida, in questo momento” continuai “e tu potrai affidarti ai suoi insegnamenti. Ma non è e non sarà mai il tuo padrone, perché tu, e non lui, hai nelle vene il sangue di Lord Darth Vader!”
Il suo respiro e la sua postura mi facevano capire di essere nella direzione giusta quindi rincarai la dose: “La mia fedeltà nei tuoi confronti non è mai stata in discussione!” dissi inginocchiandomi di nuovo di fronte a lui “Ti seguirò ovunque e tu diventerai il più grande Signore Oscuro. Potrai sempre contare su di me!”
La mente mi si affollava di immagini… Ben bambino, lo zio Luke, il respiratore del nonno, Anakin da ragazzino…
Prima di perdere il controllo e la teatralità del momento, mi alzai fissandolo gravemente negli occhi.
Era vero, gli sarei sempre stata fedele, qualsiasi fosse la via che avrebbe intrapreso.
Non avevo più la forza di oppormi agli eventi, di cercare di guidare il fato, volevo solo proteggerlo come non avevano fatto quelli che lui aveva amato di più.
E se si fosse trattato di proteggerlo da sé stesso... avrei fatto anche quello e poi l'avrei seguito.
Mi congedai da lui con un cenno del capo “Se hai bisogno di me, sai come trovarmi… sempre.”
Lui non disse una parola ma quando distolsi il mio sguardo dai suoi occhi e mi voltai per andarmene, sapevo che il peggio era passato e che, anche questa volta, non l’avevo perso.