Deja-vu
‘Cos’hai fatto, Luke?!?’
Non potevo fare a meno di pensarlo!
Le lame incrociate delle spade laser crepitavano e lo scontro delle menti era un’esplosione di rabbia e confusione.
Avevo i muscoli contratti e doloranti, ma non avrei saputo dire se più per lo sforzo del combattimento o per lo shock che stavo affrontando.
Kylo Ren era a pochi centimetri da me, impegnato nel tentativo di vincere e probabilmente di uccidermi, ma non potevo vedere i suoi occhi perché erano coperti da una maschera che gli dava un aspetto orrendamente simile ai miei ricordi più tristi.
‘Luke, dove sei? Non puoi lasciarlo così! Non puoi lasciarci così!’
Mi sentivo sull’orlo di un baratro, con la terribile sensazione di deja-vu che mi soffocava.
Lo avevano lasciato solo… Han, Leia… e adesso anche Luke aveva gettato la spugna, dopo aver affrontato l’inaccettabile sconfitta.
Come potevo lasciarlo anch’io?
Il ragazzino confuso si era trasformato in un uomo tormentato e io non avevo saputo proteggerlo, non mi ero nemmeno accorta che l’Oscuro Leader del Nuovo Ordine gli avesse messo gli occhi addosso.
Ero tranquilla, era con Luke e andava tutto bene.
Avevo messo in guardia Luke dell’animo in subbuglio del suo nuovo allievo, così come avevo tentato di parlare con Han del futuro di suo figlio e della necessità estrema che aveva di una guida… ma poi era andato da Luke e dagli altri allievi Jedi ed io avevo tirato un sospiro di sollievo.
Nulla mi avrebbe fatto presagire che mi sarei trovata faccia a faccia con lui, a spade accese, lottando per la mia vita e per la sua salvezza.
Aver incontrato quella figura mascherata vestita di nero mi aveva fatto provare un brivido.
Sapevo istintivamente che sotto a quella maschera c’era lui, avrei riconosciuto la sua impronta mentale ovunque.
Non mi ero fatta vedere molto durante la sua infanzia, conscia della sua estrema sensibilità e del fatto che sua madre non approvasse che il figlio percorresse le vie della Forza.
Ma non l’avevo mai lasciato.
‘E non lo farò nemmeno adesso!’ mi dissi.
Concentrai la pressione mentale su di lui, cercando un varco nelle percezioni e, trovatolo, mi mossi fulminea approfittando del breve vantaggio.
Le spade laser saettavano pericolosamente vicine ai nostri corpi.
Entrambe di colore rosso, la sua era approssimativa, crepitava e seminava scintille, non aveva un fascio laser regolare come la mia.
Era il lavoro abbozzato di un allievo, ma mi aveva sorpresa l’aggiunta dei due raggi di guardia laser.
Intraprendente il ragazzo, grezzo ed inesperto ma intraprendente.
Incalzai spingendolo verso la parete alle sue spalle.
Sapevo che in quel lato della nave non c’era nessuno, mi ero assicurata che fosse così.
Una volta saputo dove fosse lui, non era stato difficile imbarcarmi su un trasporto del Primo Ordine diretto su quella stessa nave e scendere come se nulla fosse.
Per il mio passaggio in mezzo al personale di guardia non avevo nemmeno dovuto usare la Forza, era bastato un passo sicuro, l’aria altezzosa con indumenti e mantello neri e tutti avevano dato per scontato che avessi diritto di essere lì.
Gli StormTrooper erano stupidi esattamente come lo erano stati i cloni.
Ren parava i miei colpi ma non la mia pressione mentale. La parete alle sue spalle si fece sempre più vicina fino a costringerlo a bloccarsi, in balia della mia furia.
Ero arrabbiata, ce l’avevo con Luke che aveva mollato in preda allo sconforto; ce l’avevo con Han e Leia che avevano sbagliato tutto; ce l’avevo con Obi-Wan che era stata la principale causa di tutto ciò che di spiacevole era capitato nella mia vita; ce l’avevo con Anakin che doveva essere la nostra salvezza… e ad un certo punto lo era stato ma troppo tardi. Ce l’avevo con tutti, anche con Qui Gon Jinn.
Ma Ren non lo sapeva, avvertiva solo la mia collera e cercava di mettersi al riparo reagendo più fisicamente che mentalmente. Quanta strada aveva ancora da fare?
Parando i colpi scivolò, finendo a terra ai piedi della parete con le spade laser incrociate a poca distanza dalla maschera.
Sentivo il suo respiro affannato.
Spensi la spada laser, allontanandomi di due passi.
Lui la spense a sua volta e si tolse affannosamente il casco mentre si rimetteva in piedi.
La vista di quel volto mi trafisse come un colpo di blaster. Cos’era diventato?
Ero lo stesso viso del ragazzino che conoscevo, solo tremendamente spaventato.
“Perché sei qui?” riuscì a dire con voce malferma.
“Per te!” risposi io.
Lo stupore durò un attimo, poi la sua rabbia si accese, protese una mano semiaperta verso di me e io sentii una stretta soffocante al collo.
Le vene mi pulsavano e mi mancava ossigeno.
Lui si avvicinò piano, guardingo come se non fosse convinto di avermi in pugno… beh, aveva ragione.
La sua mano fasciata dal guanto nero mi afferrò la gola.
Questa volta fu bene attento a non distogliere la pressione mentale oltre alla stretta fisica e io non mi opposi.
Non riuscivo a respirare e la vista cominciava ad annebbiarsi.
Inaspettatamente la mia collera diminuì drasticamente, lasciando il posto ad una strana calma interiore. Perché avrei dovuto lottare? Perché non lasciarmi andare?
Ero lì con l’unica persona al mondo che, in questo momento, contasse qualcosa per me.
Avevo seguito la famiglia Skywalker per decenni, approfittando della longevità della mia razza mista, ma anche usufruendo della Forza per mantenere il mio aspetto di un’età apparente che non mi facesse notare troppo.
Ma adesso perché insistere? Non avevo più giuramenti da onorare né promesse da mantenere.
Ben Solo aveva fatto la sua scelta e, adesso, Kylo Ren mi fissava ostile cercando di togliermi la vita.
Perché no?
Mi rilassai, godendomi la sensazione di tranquillità e buio.
Mi accorsi di essere finita a terra solo per il contraccolpo.
Aprendo gli occhi vidi Ren che mi fissava confuso “Cosa vuoi da me? Io so chi sei e non tornerò mai indietro!”
Lo guardai come si guarda un bimbo “E’ questa la tua preoccupazione? Non voglio riportarti indietro, al contrario!”
Non era vero, o almeno non sapevo di pensarla così finché non avevo pronunciato quelle parole.
Ma che futuro avrebbe avuto se fosse tornato indietro? Io non potevo addestrarlo, del resto non ci era riuscito nemmeno Luke. E se non fosse stato addestrato sarebbe impazzito, sarebbe stato un pericolo per sé stesso e per gli altri.
Non c’erano altri posti per lui in questo momento.
Mi resi conto che i miei pensieri portavano ad un’unica, logica, conclusione e questo mi atterriva.
Ero così stanca…
“Non vuoi riportarmi indietro?” disse lui “E perché? E allora cosa sei venuta a fare? Perché non ti sei difesa prima?… Io… so che avresti potuto!”
Avrei potuto e lui aveva percepito abbastanza della mia forza, durante il combattimento precedente, da sapere che avevo ceduto volontariamente.
“Non mi interessava di morire per mano tua. Se non posso seguirti ed essere al tuo servizio, al momento il resto non conta nulla per me.”
Era una verità piuttosto plateale, raccontata così, ma sincera.
Non avevo altro modo di aiutarlo se non affiancarlo come avevo fatto con Vader. Era questo che mi atterriva terribilmente.
La teatralità ebbe effetto e il risultato fu l’espressione di confusione e perplessità sul suo volto.
Ero ancora seduta a terra.
Mi alzai lentamente, tenendo lo sguardo sulle pieghe del mantello che tentavo distrattamente di stendere.
Quando incrociai i suoi occhi non aveva ancora metabolizzato la rivelazione, così ne approfittai per rincarare la dose colpendo quello che recentemente avevo scoperto essere il suo punto debole: “Per anni sono rimasta nell’ombra aspettando questo momento (non era esattamente vero, l’ombra era la mia casa e speravo che rimanesse tale, non avrei mai desiderato vivere questo momento), ma adesso posso riprendere il mio posto, il posto che ho sempre avuto nell’Impero al fianco di Lord Darth Vader, ma questa volta nel Primo Ordine al fianco di Kylo Ren!”
Il respiro gli si mozzò in gola per un attimo.
“Tu…! Sì, c’erano dei racconti…” si perse brevemente nei ricordi
“Darth Vader era mio nonno!” esclamò subito dopo, come se quella fosse una notizia inaspettata di cui dovesse mettermi al corrente.
“Lo so” risposi tranquilla “Perché credi che io sia rimasta nell’ombra ad osservarti per tutti questi anni? Ero il braccio destro di Vader e non avrei mai perso di vista suo nipote! Ora, finalmente, ti stai affacciando alle vie della Forza e io ti affiancherò nel percorso!”
“Il Leader Supremo…”
“Non occorre che lo sappia!” lo interruppi “l’Imperatore non si è mai occupato della mia presenza. Io ho servito Lord Vader non l’Imperatore!”
Era necessario che mi vedesse come un’alleata, non come una minaccia.
Era insicuro, spaventato, serviva qualcosa che lo legasse a me, che lo facesse sentire superiore e al sicuro.
Istintivamente portai un ginocchio a terra piegando la testa… era tentare il tutto per tutto, ma cos’avevo da perdere?
“E adesso servirò te e non Snoke…” dissi con voce tranquilla ma ferma “… se me lo permetterai.”
Quello che era stato, e per certi versi era ancora, un ragazzino mi guardava dall’alto in basso sconvolto e ancora più confuso di prima.
Sentivo la sua mente vorticare in cerca di una spiegazione logica.
Rimasi in quella posizione ancora qualche secondo, quasi sperando che accendesse di nuovo la sua spada laser e mi risparmiasse tutto ciò che sarebbe avvenuto dopo.
Ma la verità era che gli ero affezionata e non c'era nessun altro nella Galassia per cui sarei rimasta ancora se non lui.
Mi alzai per ritrovarmi faccia a faccia con lui.
Mi fissò ancora qualche secondo cercando di permeare al di sotto della mia tranquillità per carpire qualche informazione in più su di me e sulle mie vere intenzioni.
Non potevo pretendere che si fidasse all'istante.
“Come ti devo chiamare?” chiese e io avvertii il brivido della vittoria.
“Come sempre… Milady!” risposi.
I suoi occhi indagatori mi studiavano e a me sembravano ancora quelli di un bambino.
Ero troppo vecchia per queste cose!
"Il Leader Supremo non lo saprà, per adesso" disse trovando il modo di ricomporsi “Manderò qualcuno a mostrarti i tuoi alloggi” .
Poi Kylo Ren si voltò e uscì dalla stanza lasciandomi sola.