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Il percorso dei Sith

Lor San Tekka era morto.

Morto per mano di Kylo Ren.

Milady lo aveva conosciuto brevemente, molti anni prima: una personalità limpida e distinta, un fedelissimo del Generale Organa… della Principessa Leia.

Era un dispiacere che fosse morto, ma non per un affetto particolare nei suoi confronti, Milady non si concedeva il lusso di provare sentimenti per chicchessia, nel Primo Ordine poteva essere pericoloso.

L’unico sentimento forte nel suo animo, da molto tempo, lo provava per Kylo Ren… ma in questo momento non avrebbe saputo dire se fosse un sentimento positivo o negativo.

I passi della donna risuonavano nei corridoi mentre si dirigeva risoluta dove sapeva che avrebbe trovato Ren, non si preoccupava di dissimulare l’ira che covava ben sapendo che nessuno si sarebbe azzardato a fermarla in nessun caso.

Ren era nella sala di allenamento, predisposta appositamente sulla stazione Starkiller, in posizione di meditazione.

Il casco era appoggiato a terra di fianco a lui.

“Ti stavo aspettando” disse tranquillo senza aprire gli occhi e senza muovere un muscolo “Avverto la tua rabbia”.

“La rabbia porta al Lato Oscuro” replicò Milady “Quindi la cosa non dovrebbe preoccuparti!”

“Non sono preoccupato, infatti! A cosa devo la tua visita?” chiese lui.

“Allenamento.” rispose lei “Ho bisogno di sgranchirmi e tu hai bisogno di allenare la tua mente oltre al tuo braccio”

Ren non sembrò fare caso a quella lieve insolenza e si alzò lentamente dirigendosi verso i bastoni da allenamento.

“Non con quelli!” esclamò Milady

“Abbiamo entrambi bisogno di un allenamento serio!” disse accendendo la spada laser.

Lui si girò a guardarla perplesso, poi prese la propria spada laser e la accese a sua volta.

“E sia!” esclamò guardandola in cagnesco “Come desideri!”

Il primo fendente fu di Ren, parato facilmente da Milady che restituì immediatamente il colpo.

Le spade vibravano e spargevano scintille intorno.

I colpi tra i due si susseguivano sempre più velocemente, tra una parata, un affondo e un volteggio.

Era una pericolosa danza che illuminava di rosso l’ampia stanza.

Gli stormtrooper presenti all’esterno si accalcarono in prossimità dell’ingresso per assistere all’inconsueta scena: nessuno si era mai allenato usando realmente spade laser, sarebbe stato da incoscienti suicidi.

Abiti e capelli svolazzavano mentre i due si impegnavano sempre più a fondo nel combattimento e le lame delle spade laser sfioravano continuamente ora un volto, ora un braccio…

Una serie di stoccate fece indietreggiare Milady mentre Kylo Ren si immergeva nel combattimento come se da questo dipendesse la propria vita.

La rabbia di Milady cresceva.

Dopo la missione di Ren su Jakku, erano giunte notizie in merito alla morte di Lor San Tekka e all’inutile sterminio di tutti gli abitanti del villaggio dove erano sbarcate le forze del Primo Ordine.

Kylo Ren aveva la pessima abitudine di agire tentando di impersonare il male, il Lato Oscuro, ma senza capire ciò che davvero il Lato Oscuro rappresentava.

La morte e la distruzione gratuite potevano essere una caratteristica del Primo Ordine, ma non del Lato Oscuro della Forza.

La sua ostinazione nel terrorizzare e la sua impulsività nell’agire gli erano già costate molto e Milady era stanca di scontrarsi con quello che sembrava essere ancora un bambino cocciuto e imprudente.

Le lame rosse erano una contro l’altra in un terribile gioco di forza.

Milady indirizzò la pressione mentale intorno alla figura di Ren, cogliendolo di sorpresa e scaraventandolo a metri di distanza.

La spada a croce si spense e Ren si rialzò dolorante riaccendendola immediatamente.

“Questo non è un allenamento, vero?” chiese quasi in un ringhio.

“Oh, certo che lo è!” rispose lei “E’ molto che non ti scontri con qualcuno alla tua altezza e in possesso delle tue stesse armi. Ti servirà, te lo assicuro!”

Prima ancora che Milady finisse la frase, Ren si ritrovò di nuovo scaraventato indietro, fino a sbattere contro alla parete. Cadde a terra con un tonfo rimanendo per un attimo senza fiato.

Si rialzò paonazzo e si gettò in direzione di Milady con tutta la sua forza.

Le spade si incrociarono di nuovo colpendosi a vicenda senza risparmiare pareti e oggetti sparsi per la stanza, che finirono immancabilmente attraversati da un solco rosso incandescente.

I soldati presenti erano sconvolti, indecisi sul da farsi, ma nessuno di loro aveva la benchè minima intenzione di mettersi in mezzo ad uno scontro tra adepti della Forza. Erano tutti lì, sgomenti ma a godersi lo spettacolo.

Ren indirizzò la mente verso la gola di Milady, cercando di fare pressione per soffocarla.

Milady ricordò con rammarico il loro primo incontro, dopo il passaggio di lui al servizio del Leader Supremo.

Era già successo, lui aveva già usato quel metodo ma la volta precedente Milady non aveva reagito, lasciando che fosse lui a decidere della sua vita. Ma lui l’aveva risparmiata e adesso lei doveva fare qualcosa per scuotere quel ragazzino infantile, preoccupato solo della propria ambizione e così carente di autostima.

Un gesto di Milady con la mano aperta in direzione di Ren, una lieve pressione mentale e le forze si riequilibrarono restituendo ossigeno alla gola di lei e sottoponendo la mente di lui ad uno sforzo superiore.

L’ira di Kylo Ren divampava, accesa dal fallimento dei tentativi di sopraffazione verso la donna, e lo rendeva più forte, più pericoloso.

“Lord Vader mi avrebbe già fatto perdere i sensi” sussurrò Milady in modo che solo Ren potesse sentire.

La Forza in Kylo Ren vacillò e lei lo scaraventò di nuovo a terra.

Sì rialzò per l’ennesima volta e lo scontro successivo fu particolarmente cruento e fisico.

La rabbia nei due crepitava come le lame delle rispettive spade laser.

I colpi erano sempre più mirati e non risparmiavano nulla sulla loro traiettoria.

Ren riuscì colpire di striscio la spalla di Milady e lei gli restituì il favore segnandogli una coscia, il che gli strappò un gemito furente.

La donna si rendeva conto della pericolosità di quello scontro e del fatto che il rispetto reciproco non avrebbe impedito a nessuno dei due di ferire l’altro… o peggio, ma non avrebbe potuto smettere nemmeno volendo. Kylo Ren doveva rendersi conto che essere addestrato all’uso della Forza non lo rendeva automaticamente invincibile né tantomeno infallibile.

“Le azioni non derivano dall’arroganza” disse con tono fermo lei, mentre portava a compimento un altro affondo rabbioso sulla tunica lacerata di Ren “La passione non deve annebbiare il discernimento”

“L’arroganza deriva dal potere!” esclamò lui in risposta “E’ il potere che dirige le azioni!”

Le spade si incrociarono di nuovo e Milady si ritrovò faccia a faccia con il suo rivale.

“Tu non hai potere!” gli ringhiò.

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Al rientro di Ren dalla missione e dopo aver ascoltato le notizie degli accadimenti di Jakku, Milady si era resa consapevole di dover intervenire.

Il punto debole del ragazzo era come un nervo scoperto e lo avrebbe messo in pericolo finchè non fosse stato in grado di padroneggiarne il dolore.

La sua necessità di dimostrarsi sempre all’altezza era la sua più grande debolezza e le sue azioni avventate tradivano questa vulnerabilità… che un giorno gli sarebbe potuta costare la vita.

Diretta verso il centro di comando, aveva incrociato le guardie che stavano spostando un prigioniero, sporco ed insanguinato, verso la stanza interrogatori normalmente usata da Ren.

L’uomo era fisicamente molto provato, si reggeva a stento in piedi.

Dall’abbigliamento sembrava un pilota della Resistenza e, a giudicare dalle sue pessime condizioni, era già stato interrogato seguendo la normale procedura militare del Primo Ordine, quindi era stato torturato.

“Un momento!” ordinò Milady agli stormtrooper che scortavano il prigioniero.

I militari si fermarono all’istante sorreggendo maldestramente l’uomo.

‘Dameron’ pensò Milady, anche se sapeva di non conoscere quel nome.

Si spostò di fronte al pilota e un militare si premurò di colpirlo dietro alle gambe in modo da farlo cadere in ginocchio.

‘Come se avesse bisogno di un invito a crollare a terra…’ pensò la donna.

Dameron aveva una particolare compostezza, sebbene martoriato nel fisico, e Milady si trovò a ripensare ad un giovane Han Solo, torturato per ordine di Vader a Cloud City.

“Se ti stanno portando da Kylo Ren è significa che non hai detto loro quello che volevano sapere” disse lei fissando gli occhi del prigioniero “Ren strapperà le informazioni direttamente dalla tua mente, non c’è nulla che tu possa fare se non cercare di sopravvivere nel frattempo. Opporre resistenza non servirà alla tua causa, ma sicuramente toglierà una persona cara ai tuoi amici. Non fare l’eroe… non ora e non con Ren!”

Milady si allontanò senza voltarsi, consapevole dello sguardo sconvolto del pilota su di sé.

Nei minuti successivi poté solo sentire l’urlo mentale di Dameron mentre esclamava disperatamente “La Resistenza non si farà intimidire da te!”

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Un ragazzino, ecco cos’era!

Kylo Ren si stava facendo usare da Snoke e lo ringraziava pure, attirato dalle lusinghe di potere che riempivano il vuoto nel suo animo.

Ma, come un ragazzino, rompeva tutto ciò che trovava lungo il suo percorso, nell’illusione che questo fosse un atto volontario che dava peso alla sua presenza.

Non riusciva a rendersi conto di quanto fosse schiavo delle proprie emozioni, debole nel Lato Oscuro che non padroneggiava ma, anzi, tendeva a sopraffarlo portandolo a compiere gratuitamente azioni riprovevoli.

“Tu non hai alcun potere!” ripetè Milady “Sei solo il burattino di Snoke che agisce senza pensare! Dal potere deriva la scelta ma tu non stai scegliendo!”

Kylo Ren esplose in tutta la sua violenza, colpendo Milady alla cieca con la spada laser e con la Forza senza controllo.

Fu la volta della donna di ritrovarsi a volare e sbattere prima contro la parete e poi contro il freddo pavimento.

La spada laser, scivolatale dalla mano, ad un breve cenno tornò immediatamente nel pugno, accesa.

Ma Ren le era già addosso e Milady faticò a parare i ripetuti e furibondi colpi.

“Io ho scelto!” urlò Ren “Ho scelto il Lato Oscuro! Io sono il Maestro dei Cavalieri di Ren!”

“Questo non è il Lato Oscuro!” rispose Milady gridando a sua volta “Questo è solo un massacro perpetrato da Snoke per mano tua! L’unica scelta che hai compiuto è di ubbidire e non essere mai all’altezza di Lord Darth Vader!”

Era la prima volta che Milady metteva apertamente in dubbio le capacità del ragazzo.

Fu sicuramente un colpo peggiore di tutti quelli che si erano scambiati fino a quel momento.

Ren aveva lo sguardo martoriato, combattuto tra la necessità di non cedere perdendo così il rispetto delle truppe e l’impellenza di trovare una guida e ottenere risposte.

Le spade laser erano ancora incrociate, questa volta in una situazione di stallo.

Milady, con un gesto, chiuse fragorosamente le porte e le truppe al di là di esse.

Lei e Ren rimasero soli.

La mente di lui, confusa e immatura, ebbe un cedimento.

Si staccarono lentamente, all’unisono, e spensero contemporaneamente le spade.

“Voglio imparare… Maestro” sussurrò lui.

Milady distolse lo sguardo.

“Non chiamarmi così. Non sono mai stata il Maestro di nessuno e non è un titolo che mi spetti in nessun caso.” rispose lei “Tu devi solo prendere coscienza del tuo valore. Devi imparare che il Lato Oscuro non è crudeltà gratuita. Una vita non è nulla in confronto al potere della Forza, ma la passione, la Forza, il potere devono essere usati per vincere e ottenere la libertà. Il Lato Oscuro persegue la vittoria e la libertà, con ogni mezzo… non persegue la crudeltà fine a sé stessa. Come non persegue l’asservimento.”

Ren la fissava rapito.

Lei continuò “Solo se capisci questo, potrai intraprendere il vero percorso dei Sith.”

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