Troppo dolore
Finalmente era tornata la calma.
Milady non era riuscita a coordinare le forze di sbarco, l'aveva fatto Hux senza aspettare ordini.
La scena appena terminata aveva lasciato sconvolta la donna, ma ancora di più l'aveva scioccata l'epilogo.
Il turbine di emozioni scatenato dal vedere Kylo Ren e Luke Skywalker fronteggiarsi, le aveva impedito di capire che il Maestro Jedi non fosse una presenza corporea ma solo una proiezione mentale.
Ed, evidentemente, lo stesso effetto sorpresa era stato sufficiente anche per confondere Ren, che si era gettato anima e corpo in un combattimento che non avrebbe mai potuto vincere.
Milady era tra le truppe che erano sbarcate dagli AT-M6 in direzione della base ribelle, ma sapeva già che non avrebbero trovato nessuno all'interno della struttura.
La trovata ad alto effetto scenico di Luke era servita sicuramente a far scappare i suoi compagni.
Luke... quanto tempo...
Era tornato, seppur in forma incorporea, ed era un fiero Jedi al pari dei suoi predecessori, anche se non arrogante come loro.
Era ciò che Milady avrebbe potuto accettare, l'esponente di ciò che di positivo era stato trasmesso di una casta ormai scomparsa.
Lui sarebbe potuto essere un nuovo inizio, adesso sarebbe stato in grado di istruire nuove menti nel modo giusto.
Non avrebbe ripetuto gli errori del passato, quelli fatti con Ben Solo.
Erano riflessioni tristi, queste, che riportarono la donna al suo obbiettivo: accertarsi dello stato mentale di Kylo Ren.
Quello che aveva percepito della lotta tra Ren e l'immagine del suo vecchio Maestro era stato una folle sofferenza.
Nell'impossibilità di intervenire in alcun modo, lei aveva sentito tutta la furia di Kylo Ren esplodere, ravvivata dalla calma rassicurante di Skywalker che, neanche troppo velatamente, provocava con aperta ironia il nuovo Leader Supremo.
L'istinto l'avrebbe portata a precipitarsi sulla scena dello scontro per mettersi fra i due contendenti, forse le due persone più care che Milady aveva in assoluto, ma la logica che aveva imparato ad utilizzare fin dall'affiancamento a Lord Vader e che le aveva permesso di mantenere segreto il proprio doppio ruolo nelle vicende della galassia, l'aveva bloccata nella veste di semplice spettatrice di un duello a cui non avrebbe mai voluto assistere.
Adesso, pur avendo capito che nessuno dei due aveva davvero potuto duellare con l'altro, non era comunque rassicurata né tranquilla.
Ren era entrato nella base ribelle mentre Milady si trovava ancora sulla scena della battaglia, in mezzo alle truppe.
La sensazione che si impadronì di lei fu inaspettata e terribilmente intensa... Luke!
La presenza, forte e stanca ma incredibilmente serena.
Poi solo la calma, come quando l'onda del mare si ritrae dalla spiaggia.
Milady cadde sulle ginocchia e poi seduta a terra, in mezzo al sale e al minerale rosso, come se l'avessero colpita.
Un soldato si fermò, fece un cenno probabilmente dicendole qualcosa che lei non sentì.
Era come se il mondo si fosse fermato.
Lui era stato la nuova speranza dopo Vader, una speranza in cui Milady non aveva creduto da subito ma in cui credevano Obi Wan e Yoda e a cui, alla fine, anche lei aveva dato tutto il proprio sostegno.
Era stato un ragazzino entusiasta, un allievo volenteroso e un mito nell'immaginario della nuova generazione.
Luke Skywalker, il ragazzino incantato ad ascoltare i racconti sui Jedi, l'amico fidato di Han Solo, il fratello di Leia... il figlio di Anakin Skywalker, che era riuscito a strappare Lord Vader dalla spirale di oscurità che aveva pervaso tutta la sua vita...
Luke non c'era più.
Milady era stordita, come se le orecchie avessero perso la capacità di percepire suoni in seguito ad una deflagrazione ravvicinata.
C'era solo il suono ovattato del nulla che la sconvolgeva più di quanto potesse sopportare.
Quanto tempo era passato?
Secondi, minuti, ore?
Tutta la vita?
La donna si guardò intorno senza afferrare il senso di ciò che vedeva.
Stormtrooper correvano alzando polvere di sale tutto intorno.
Ren...!
Si sollevò da terra per andare a cercare l'ultima persona al mondo a cui potesse aggrapparsi, per cui avesse senso rimanere.
Ma aveva senso?
Entrando nella base ribelle gli occhi dovettero adattarsi alla penombra.
Quando riuscì a mettere a fuoco delle immagini che avessero senso, trovò Kylo Ren in una delle stanze interne con un ginocchio a terra e una mano distesa a contenere qualcosa che, evidentemente, non c'era più.
Il suo viso era ciò che di più vicino alla frustrazione Milady avesse mai visto.
Rabbia, fallimento... dolore.
"Per cosa stai soffrendo così tanto?" chiese mentalmente Milady.
Non seppe mai se i suoi pensieri erano stati così intensi da essere percepiti da Ren, ma lo sguardo che incontrò in quel momento, quando lui si girò a guardarla, era lontano anni luce da essere quello del ragazzo che conosceva.
E il mondo di Milady si dissolse definitivamente.