Patetica forma di vita
"Una patetica forma di vita". L'aveva chiamato così, con il suo solito fare saccente finto buonista. Invece quello che Obi Wan aveva riportato da Tatooine, era un bambino. Avrà avuto 8 o 9 anni al massimo ed era un ragazzino serio e interessato a qualunque cosa potesse imparare. "Sono Anakin Skywalker!" aveva cinguettato stringendomi la mano, come se quel nome avesse dovuto significare qualcosa per me. Avrebbe significato molto, in seguito. Avrebbe significato quasi tutto nella mia vita. Ma, in questo momento, per me significava solo che Qui Gon stava per mettersi di nuovo contro il Consiglio Jedi. "Che intenzioni hai questa volta?" chiesi al Maestro Jedi "Lo sai che non approveranno..." "E perchè non dovrebbero?" chiese lui, come se la risposta non fosse ovvia. A volte sembrava dimenticare gli screzi avuti in passato con la 'casta di comando', come la chiamavo io. "Maestro, me lo hai detto tu che non ammettono più padawan così grandi" "Ma lui lo ammetteranno comunque, lui è speciale!" Eh certo... come se un commento del genere potesse non ferirmi. Lui è speciale, stupida io a non capirlo prima! Mi sarebbe mai passato questo senso di inadeguatezza? Ero tornata da poco. Dopo aver cercato di imparare da Qui Gon tutto ciò che potevo pur non essendo un'allieva Jedi, ero diventata insofferente verso la situazione, insofferente verso i Jedi e, soprattutto, terribilmente insofferente nei confronti di Obi Wan Kenobi. La sola esistenza dell'insolente padawan di Qui Gon mi dava sui nervi. I primi anni, dopo aver deciso di rimanere, ero entrata in una fase di spietata competizione con lui. Qui Gon ci lasciava fare anche se sapeva che Obi Wan mal sopportava di doversi misurare con me in ogni singola attività. Anni dopo, quando entrambi avevamo ormai capito che la competizione era un comportamento infantile, ero arrivata ad annoiarmi e a sentirmi fuori luogo in qualsiasi situazione. Non essere considerata dalla casta Jedi era, ormai, un motivo di vanto per me, ma vedere quello che nonostante tutto avevo imparato a considerare il mio Maestro, partire continuamente con quel ragazzino arrogante, diventato un giovane e irritante uomo, per missioni in qualsiasi sistema della galassia, mi indisponeva verso chiunque, anche verso me stessa. Non mi piacevo e non mi piaceva ciò che stavo diventando. Era assolutamente necessario cambiare aria, andarmene per trovare la mia strada, lontano dai Jedi e dal loro mondo falso. "Ti trovo bene!" Qui Gon mi riscosse dai pensieri "Pensi di fermarti questa volta?" A volte mi sembrava di scorgere del rammarico nella sua voce. "Non molto. Ho alcune faccende da finire su Corellia" "So che sai badare a te stessa, ma vorrei che ti fermassi per un po'. Ci sono situazioni poco chiare che vanno valutate..." "Maestro Qui Gon, il Consiglio ci convoca!" Il padawan più fastidioso che io avessi mai conosciuto interruppe la frase preoccupata di Qui Gon Jinn. Lo fissai con sguardo corrucciato. Obi Wan mi restituì lo sguardo con espressione sorpresa di chi si considera incolpevole. "Mellian..." disse, accennando un saluto con la testa. "Obi Wan..." risposi io senza muovere un muscolo. Non li avrei rivisti prima della partenza per Naboo. Dopo il colloquio con il Consiglio, partirono per completare la missione e si portarono dietro anche il piccolo Skywalker. Io decisi di fermarmi su Coruscant, come aveva chiesto Qui Gon, per aspettarlo pensavo, per chiedergli quali fossero le situazioni poco chiare e se fosse quella la causa della sua preoccupazione. Non sapevo che non avrei potuto chiedergli nulla di tutto ciò e che, come tanti anni prima, lo avrei aspettato inutilmente. Ma questa volta non avrei potuto fargliene una colpa.