Verso il futuro
"Comunque, io sono Poe!" mi disse il ragazzo tendendomi la mano.
In effetti avevo sempre saputo solo il suo cognome.
Aveva una stretta forte e decisa.
Era bello tornare ad essere una persona qualunque... più o meno.
Nell'Impero prima e nel Primo Ordine dopo, ero una figura in nero, una Force User, il braccio destro di qualcuno che faceva paura.
Qui in questa tenda, seduta con Chewbacca e i suoi amici, ero semplicemente una persona. Un po' strana, magari, e con storie da raccontare, ma non dovevo spaventare nessuno.
Avevo parlato molto di Luke, molto meno di Han e Leia.
Un pochino del giovane Ben con qualche accenno a Kylo Ren, ma quella era una parte che tutti avrebbero voluto dimenticare.
Non avevo parlato di Anakin e tanto meno di Darth Vader.
Mi sembrava che tutto fosse successo ieri, eppure era passato così tanto tempo.
Rey mi faceva domande come aveva fatto Luke quando ci eravamo conosciuti.
I suoi occhi brillavano e la determinazione era sempre più evidente nel suo sguardo.
"Devi decidere cosa vuoi essere, Rey" le avevo detto "indipendentemente dal tuo sangue. Tu sei la sola che può decidere chi sarà Rey da oggi in poi."
'Skywalker'. Era come un"eco nella mia mente, ma ne ero sicura.
Sarebbe stata l'orgoglio di Luke e di tutti gli altri.
"Pensi che potrei continuare nell'allenamento? Io, non ho più un Maestro!"
"I tuoi Maestri saranno sempre con te. E i Maestri dei tuoi Maestri!" le risposi "Un vecchio amico, un giorno disse a Luke 'Trasmetti, ciò che imparato hai!'. È questo che devi fare anche tu. A cosa servirebbe tutto il sapere se non per trasmetterlo ad altri?"
I giorni successivi mi accorsi che l'ex assaltatore continuava a fissarmi.
Quando mi muovevo, era sempre guardingo, come se fosse pronto a balzare ad una mia mossa sbagliata.
Beh, lui più di tutti continuava ad associare la mia vista al mio ruolo nel Primo Ordine.
Poco dopo il mio arrivo ci aveva raggiunti anche Lando Calrissian. Non ho mai saputo se fosse stata una coincidenza o se fosse stato Chewbe a chiamarlo, ma poter rivedere anche lui mi aveva fatto un piacere immenso.
"Non preoccuparti, gli passerà!" esclamò Dameron mentre osservavo l'ex assaltatore che faceva di tutto per non farmi capire che mi stava fissando, "Finn deve solo abituarsi a considerarti una di noi!"
Interessante analisi.
"Tu mi consideri una di voi?" gli chiesi.
Appoggiò a terra la cassa che stava scaricando e mi guardò negli occhi, "Certo che sì! Chewbe farebbe di tutto per te, Lando ti considera una sorella e Rey... beh, Rey sente cose che non posso capire, ma mi fido di lei".
"Leia ha visto giusto in te!" risposi, quasi fosse una riflessione, "Sei acuto, sveglio ma anche pronto a fare squadra e a fidarti. È stata una fortuna che ti abbia avuto al suo fianco quando serviva!"
"No, ma io..." era visibilmente imbarazzato.
"Poe, non mollare!" esclamai "L'altra volta, dopo l'Impero, non ci fu nessuno a raccogliere i pezzi e a rimettere insieme la Repubblica. Leia avrebbe potuto ma ha pagato per la fama del padre e tutti gli altri hanno ricostruito quel tanto che bastava per avere qualcosa da chiamare Repubblica, ma in realtà nessuno ha mai collaborato davvero con gli altri. Per questo il Primo Ordine è nato dalle ceneri dell'Impero prendendo il sopravvento!"
Dameron mi ascoltava attento.
"Ci saranno i politici, che dovranno lavorare per rimettere insieme i pezzi. Ma ci vuole qualcuno che abbia una visione globale, che non perda di vista lo scopo. Non mollare perché è adesso che devi fare la differenza! Leia credeva in te. Holdo credeva in te. Io credo in te."
Sospirò annuendo.
"Grazie della fiducia e delle parole. Spero che non vi siate sbagliati tutti."
"Poe..." gli dissi prendendogli le mani nelle mie "Quel giorno sull'Ammiraglia... non avrei fermato un prigioniero qualsiasi, non l'ho mai fatto. Tu dovevi vivere, sentivo che era importante. Hai resistito a Ren, hai guidato la Resistenza e hai portato tutti qui, dove siamo ora. Non ci stiamo sbagliando, fidati!"
Gli sorrisi e lui restituì il sorriso.