Famiglia
Finn non aveva più pronunciato una parola.
Da quando gli avevo platealmente consegnato la mia spada laser, si era ritirato nei suoi alloggi e non ne era più uscito.
Avevo visto Poe e Rey entrare da lui alternandosi, ma le loro espressioni all'uscita rimanevano indecifrabili.
Parecchie ore dopo pensai che il tempo per metabolizzare le informazioni doveva essere stato sufficiente, quindi mi decisi ad entrare a mia volta.
Incrociando lo sguardo di Rey, colsi segnali di approvazione.
'Bene, il ragazzo è pronto' pensai.
Finn era seduto in penombra.
Sapevo che gli altri due ragazzi sarebbero rimasti appena fuori dall'ingresso ad ascoltare, pronti ad intervenire in caso di bisogno, anche se non sapevo bisogno di chi.
"Posso entrare?" chiesi.
Il ragazzo si voltò a guardarmi, per niente sorpreso di vedermi li, e annuì con un cenno della testa.
Mi accomodai di fronte a lui.
Dopo alcuni attimi di silenzio, fui ancora io a intavolare la discussione.
"Qual è il problema?" sapevo quale fosse il problema, ma doveva riuscire a dirlo, doveva rendersene conto "C'è qualcosa che posso fare per aiutarti?"
Finn mi fissò.
"Sei sempre stata con Kylo Ren, da che io abbia memoria. Kylo Ren uccideva. Ti ho vista con i miei occhi mentre anche tu uccidevi. Come puoi avere il diritto di stare qui tra noi, oggi?"
Semplice, diretto... e maledettamente a segno.
La ben nota sensazione di venire respinta di nuovo, di non appartenere a nessun luogo e a nessun gruppo, mi afferrò immediatamente lo stomaco torcendolo.
Cercai di rimanere lucida, senza sprofondare nella vecchia disperazione.
"Ti preoccupa che io faccia parte del Primo Ordine o che io sia un Sith?" gli chiesi in modo altrettanto schietto.
"Entrambe" rispose semplicemente lui "Mi preoccupa non potermi fidare di te, che tu sia qui per uno scopo che non comprendo"
Corretto.
In quanti, nella mia lunga vita, avevano davvero capito cosa io stessi facendo?
A volte era capitato anche a me stessa di perdere di vista lo scopo di tutto.
Obi-Wan aveva terribilmente ragione, dovevo risolvere il conflitto con Finn ma non solo per lui, soprattutto per me stessa, per trovare la tranquillità che non avevo mai avuto in tutta la mia vita.
Dovevo trovare il mio posto.
"Ti va se facciamo entrare anche i tuoi amici?" chiesi al ragazzo "Penso che abbiano diritto di sapere anche loro".
Finn annuì e, come prevedevo, Poe e Rey varcaro la soglia nello stesso momento, avendo ascoltato la conversazione.
Com'erano giovani!
Io ero mai stata così?
Non lo ricordavo.
"Ho amato Kylo Ren come non ho mai amato nessun altro essere vivente in tutta la mia vita!" un esordio col botto!
"Ho amato Anakin Skywalker come un fratello, uno dei miei migliori amici. Ho seguito Darth Vader perché ero l'unica a poterlo fare e per esserci se Anakin avesse avuto bisogno di me. Ma ho amato Ben Solo come una madre ama il proprio figlio, pur non essendo sangue del mio sangue, e ho seguito Kylo Ren nella speranza di proteggerlo da sé stesso e dai propri demoni."
Avevo tutta la loro attenzione.
E i ricordi mi sommersero.
"Non sono un Jedi, non sono un Sith, non sono una Ribelle e non sono un'Imperiale. Per tutta la vita ho fatto parte di molti posti sapendo di non appartenere a nessuno di essi. Ho vissuto dietro molte maschere, tentando di fare del mio meglio per difendere quelli che ho amato."
Era così facile da spiegare adesso!
Io avevo vissuto tutta la vita sapendo solo ciò che non ero, ma mai cercando di essere ciò che ero.
Ma cos'ero in realtà?
I ragazzi mi fissavano intensamente senza proferire parola.
"Ho ucciso, è vero" continuai rivolta a Finn "Tu non l'hai mai fatto quando facevi parte del Primo Ordine, lo so. Ma l'hai fatto dopo, per motivi che ritenevi validi. Si chiama guerra e non giustifica nessuno. Togliere la vita non è un privilegio ma una responsabilità ed un peso che grava sull'anima per sempre".
Credevo fermamente in quello che stavo dicendo.
"E chiunque di quelli seduti qui ora è responsabile di averlo fatto in più di un'occasione. Questo non giustifica le mie azioni e non le rende meno gravi, ovviamente."
Gli sguardi di tutti si spostavano, fissando a volte il vuoto, a volte il pavimento, come se ciascuno di loro stesse, a modo suo, rivivendo quei brutti momenti.
Fu proprio Finn a rompere il silenzio.
"Io ero un assaltatore, ero nel Primo Ordine non per mia volontà. Ho scelto di andarmene, di essere altro."
"E questo ti fa onore!" lo interruppi.
"Ma io non avevo legami" continuò lui "Avevo una scelta!"
Stava cominciando a capire, a immedesimarsi.
Intervenne Poe: "Finn, quando te ne sei andato dal Primo Ordine, mi raccontasti di aver cercato di allontanarti anche dalla Resistenza! Non volevi farne parte, avresti preferito scappare e sparire nell'orlo esterno!"
"Sì" confermò il ragazzo "ma poi il legame con Rey... lei era stata la prima a guardarmi come se io fossi una persona!"
Si voltò in direzione della ragazza, che gli sorrise amorevolmente.
Finn tornò a guardare me, con una nuova comprensione negli occhi.
"La spada laser" mi chiese "perché me l'hai data?"
Sorrisi anch'io.
"Fondamentalmente per farti sentire in grado di prendere decisioni" spiegai "Chiederti di fidarti di me quando ero io ad avere tutte le carte vincenti, era pretendere troppo! So che hai già usato una spada laser contro Kylo Ren. Non sarai addestrato, ma sai come si usa. Io sono addestrata, ma disarmata contro la mia stessa spada laser non mi sarebbe così facile reagire. Non avresti potuto sapere se, usandola contro di me, io sarei rimasta davvero passiva alla tua mercé o mi sarei difesa, ma avendo in mano quell'arma sapevi di avere un'occasione per abbattermi. Volevo che ti sentissi in grado di farlo e che potessi scegliere se farlo."
Lui corrucciò la fronte pensieroso.
"Potresti farlo anche adesso e ti assicuro che io non farei nulla per impedirtelo."
"A cosa mi servirebbe?" chiese lui.
"A levarti il pensiero" risposi io "Eliminata me, non avresti piu nulla di cui preoccuparti".
Guardò la spada laser, che teneva ancora tra le mani, e poi guardò me.
Sapevo che non l'avrebbe usata, ma ero sincera e se avesse deciso di farlo non mi sarei opposta.
Sospirai mentre vedevo il dilemma nel suo sguardo.
"Ragazzo" gli dissi "per cercare di dimostrarti che puoi fidarti di me, non ho altra possibilità se non affidarti la mia vita. Io mi fido di te tanto da lasciare a te la decisione di farmi vivere o meno. Non ho altra possibilità per dimostrarti la mia buona fede."
Il silenzio era tangibile e la tensione pure.
Poi Finn sembrò arrivare ad un dunque, sembrava aver fatto pace con i suoi pensieri.
"Non so se posso farcela da subito, ma proverò a darti fiducia e a non stare sempre in guardia!"
Gli altri due ragazzi sorrisero soddisfatti.
"E l'inizio è restituirti la tua arma" disse porgendomi la spada.
"Tienila" risposi tranquillamente "Per me puoi davvero distruggerla. Ma se decidessi di conservarla, magari un giorno potresti volerla conoscere meglio come arma e come filosofia di vita."
Percepivo una strana sensazione nei confronti di quel ragazzo.
Il suo futuro non sarebbe stato ordinario.
Rey abbracciò istintivamente il suo amico Finn e Poe mi guardò sorridendo apertamente, come se mi dicesse 'Ben fatto!'.
Per la prima volta mi sentivo quasi parte di qualcosa.
Che fosse questa la sensazione di avere una famiglia?
'Obi-Wan Kenobi' pensai rivolgendomi mentalmente al mio vecchio compare 'Odio quando devo darti ragione!'
E, ne sono sicura, da qualche parte il Maestro Kenobi stava sorridendo.