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Contatti dal passato

Avevo visto poco la padawan Tano durante la sua permanenza nell'Ordine Jedi.

Del resto avevo visto poco qualsiasi Jedi e la cosa non mi dispiaceva affatto.

Ricordavo un solo faccia a faccia con la togruta, ma l'argomento era ancora troppo doloroso quindi cercavo di pensarci meno possibile.

Ricordavo quando era arrivata da poco, quando Anakin, incredulo e maldisposto a vedersi assegnare una padawan, me l'aveva descritta come una bambina avventata ed irrispettosa.

Beh... in effetti lo era ed era stato uno dei suoi punti di forza per fare breccia nel suo indisponente Maestro.

Ma anche questo mi intristiva.

Non ero sicura che la richiesta di imbarcarmi sull'anonimo trasporto su cui mi trovavo arrivasse davvero da lei.

Se era così, aveva corso un enorme rischio pur di incontrarmi.

Se non era così, era una trappola, ma avevo la mia copertura e avrei potuto trovare una via d'uscita... forse.

Il randez vous era su una stazione mineraria, un posto lontano da... tutto.

Da piccola avrei voluto viaggiare, ma non pensavo che sarebbe accaduto così, lontano da tutto e da tutti, anche da me stessa.

Era un viaggio lungo, quello che stavo affrontando, con tanto tempo per pensare, e la mente tornò inspiegabilmente a mia madre e alle nostre origini, che in realtà non conoscevo.

Sapevo di essere frutto di razze diverse, sapevo che mia madre era umana, che era morta ad un'età accettabile per un umano, mentre io invecchiavo più lentamente.

La Forza, certo, usavo anche quella per mantenere il personaggio che mi ero creata in una sorta di anonimato, ma per me il tempo scorreva diversamente rispetto a mia madre.

Sicuramente la pelle chiara e i capelli rossicci li avevo presi da lei, a meno che non fosse così anche mio padre, ma da che pianeta arrivassimo non mi era mai stato rivelato.

Nelle favole che mi raccontava lei da piccola, si parlava di creature fatate, di un mondo con il sole rosso sangue e quattro lune colorate e anche i simboli che a volte mi dipingeva in viso diceva fossero di quel mondo... chissà quanto ci fosse di reale in quei racconti!

Quando avevo scoperto l'esistenza dei Jedi, ero stata così desiderosa di credere ai racconti di mia madre sulle incredibili capacità di mio padre da immaginarmi, e poi quasi convincermi, che lui fosse uno dei Jedi di Coruscant, fino ad arrivare al punto di auto-assegnarmi il cognome di uno di loro, quello che ammiravo di più.

Era passato talmente tanto tempo... adesso non avevo più nemmeno un nome, eppure non mi sembrava di aver perso poi molto.

Guardavo la spada laser al mio fianco.

Era rassicurante, lo era sempre stata, ma solo in quel momento realizzai che non era solo per il fatto di essere un'arma ma perché il cristallo contenuto era l'unica cosa che mi aveva dato mia madre durante l'infanzia.

Aveva detto che mi avrebbe sempre protetta e il legame che avevo avvertito la prima volta che avevo estratto il cristallo dal sacchetto di seta che lo custodiva, mi aveva resa consapevole che non avrei più potuto farne a meno.

Quel cristallo era sempre stato con me, prima nel sacchetto, poi nella mia prima spada laser e poi nella successiva, quella attuale da cui non mi separavo mai.


La voce metallica che annunciava l'imminente attracco del trasporto mi scosse dai miei pensieri.

Perché ero finita in quel circolo vizioso di ricordi?

Stavo andando a quello che poteva essere un colloquio con la ex padawan di Anakin e non ne conoscevo assolutamente il motivo ma, invece di riflettere su quello, mi ero messa a pensare alla mia vita passata. Che spreco di tempo!

Forse mi sentivo, in quel che modo, vicina al passato di Ahsoka. Avevo sempre ammirato il suo carattere deciso ed era stato un brutto colpo scoprire che se ne era andata dall'Ordine Jedi.

Per colpa loro, era ovvio!

Mi sentivo vicina a lei per dare un senso alla mia ben nota sensazione di rifiuto?

Se lei aveva trovato un posto nell'universo, nonostante tutto, significava che c'era posto anche per me?

La notifica di sbarco del personale di bordo del trasporto interruppe, con sollievo, quelli che stavano diventando pensieri patetici.


Una nebbia, probabilmente perenne e sicuramente poco respirabile, avvolgeva i giganteschi edifici grigi che ricoprivano quella parte di pianeta tanto da riconoscere difficilmente la fine di un edificio dall'inizio del macchinario di estrazione a questo collegato.

Le insegne luminose di alcuni locali erano l'unico sistema apparente di orientamento in mezzo al grigiume senza sole del posto.

Mi stavo dirigendo verso una di quelle luci quando la sentii

"Milady! E' così che ti chiamano adesso, giusto?"

Mi superò prima che potessi voltarmi e io mi limitai a seguirla in un vicolo vicino.

I lekku erano nascosti sotto un leggero cappuccio.


Quella che si voltò guardandomi negli occhi, quando ci fermammo, non era più la ragazzina che avevo visto con Anakin.

Era una giovane donna, provata dalle vicissitudini ma consapevole e sicura.

Non era un jedi, sapevo che non si considerava tale.

Dal mio punto di vista era meglio, ma il mio punto di vista non poteva essere oggettivo.


"Non ero sicura fossi sopravvissuta" le dissi brevemente "Sono contenta che sia così"

"Io non ero sicura da che parte saresti stata" rispose lei con fare indagatore "Ma qualcuno di cui mi fido mi ha detto che non sei quello che ora sembri"

L'immagine di un viso mi apparve immediatamente nei pensieri e mi ritrovai a sorridere.

"Dovresti imparare a schermare meglio i tuoi pensieri, soprattutto quando si tratta di persone che hai a cuore" osservai a voce bassa "Comunque salutami tanto Bail!"

Vederla vacillare lievemente mi divertì.

"Non dirmi nulla!" esclamai poi "Meno so, meno possibilità ci sono che Lord Vader percepisca qualcosa!"

A quel nome, mi sarei aspettata di vederla trasalire... ma no, avvertivo solo indifferenza.

Strano, non era controllo, era stato troppo facile percepire il volto del suo confidente, non avrebbe potuto schermarsi così tanto in pochi istanti.

"Sappi solo che esiste un'organizzazione." mi rispose lei "Non potevo dirtelo in nessun altro modo e il senatore Organa ci teneva che tu o sapessi, anche se continuo a non capirne il motivo"

Bail Organa era sempre stato lungimirante, un ottimo politico e stratega.

Avere qualcuno all'interno del sistema poteva essere un vantaggio e, per come conoscevo il senatore, anche rassicurarmi sul fatto che non fossi stata abbandonata al seguito dell'Impero, senza speranza di redenzione.

Fissai lo sguardo deciso della togruta, intenso come quando l'avevo vista rischiare la vita al fianco del suo Maestro.

Provai nostalgia per quei tempi, quando non ero altro che un'ombra nella vita di Anakin.

"L'Impero non ha più tanti cloni a disposizione" le dissi "Iniziano a rifornire gli eserciti in modo diverso. Piombano su pianeti inermi, rapiscono bambini e poi fuggono facendone perdere le tracce"

Ahsoka mi guardava inorridita.

Continuai, cercando di non far trasparire sentimenti "I nuovi squadroni saranno composti da normali militari. Ma, nel caso pensassero di non avere altra scelta, cercherò di insinuare il dubbio che non sia così!"

Mi regalò un sorriso cospiratore.

Non sapevo se si era mai fidata di me o se l'avrebbe fatto in futuro, ma sapevo che la nascente organizzazione, qualunque essa fosse, era fortunata ad averla come attivista.

"Non ti contatterò più" disse lei "Che la Forza sia con te!"

Era un saluto che non pensavo avrei risentito.

Feci un cenno di assenso e lei sparì subito dopo.


Mentre tornavo verso uno dei trasporti che mi avrebbero riportata indietro, ripensai alla freddezza con cui aveva reagito al nuovo nome oscuro del suo Maestro.

Poi una rivelazione mi colpì come uno schiaffo: lei non sapeva di Anakin!

Probabilmente lo credeva morto.

Non sapeva cosa era diventato.

Mi girai di scatto con l'impulso di cercarla per avvertirla ma, dove?


Qualche minuto dopo, mentre salivo sulla navicella polverosa, non potevo far altro che pensare continuamente che Bail avrebbe dovuto dirglielo... o forse non lo sapeva nemmeno lui?

L'unica frase che mi riuscì di formulare mentalmente, fu: povera bambina!

Poi il trasportò decollò.


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