Il segreto
Quinlan Vos era il "segreto" di Mellian.
Non era mai riuscita a considerarlo un vero Jedi, non uno tradizionale almeno, era qualcosa di più… di meglio.
Non aveva mai avuto molti incontri con lui, probabilmente solo un paio degni di nota, anche perché raramente si fermava su Coruscant, ma ogni volta che lo scorgeva da lontano, o anche solo sentiva parlare di lui, non poteva trattenere un sussulto.
Un emblematico incontro, di tanti anni prima, Mellian lo ricordava come fosse ieri.
Il funerale di Qui-Gon Jinn si era appena svolto e tutti erano sconvolti, chi per la scomparsa di uno dei più iconici, ammirati e criticati Jedi, chi per come questo segnasse definitivamente il ritorno della minaccia Sith.
Obi-Wan Kenobi si era appena proposto in qualità di nuovo mentore del piccolo Anakin Skywalker e il Consiglio stava valutando la proposta.
Il Consiglio Jedi... ciò che, in questo momento più che in ogni altro, Mellian disprezzava maggiormente.
Dopo l'ennesimo litigio con Obi Wan, la ragazza aveva preparato di nuovo il piccolo zaino, in cui teneva le poche cose che le servivano mentre era in viaggio, e si stava accingendo a raggiungere l'hangar di decollo.
"Pensavo rimanessi con Kenobi!"
Mellian trasalì nel sentirsi rivolgere inaspettatamente la parola.
Si girò in direzione della voce e si trovò di fronte il giovane Jedi dalla striscia gialla tatuata in volto e i dreadlock ribelli.
Il fatto che un Jedi le rivolgesse la parola, o anche solo che riconoscesse la sua esistenza, era praticamente un evento.
Il fatto che fosse Quinlan Vos a farlo, rendeva la cosa al tempo stesso meno strana ma anche più confusa.
Vos era il Jedi meno convenzionale che esistesse, quindi che andasse contro i dettami del Consiglio non era tanto strano, ma era pur sempre un Jedi!
"Con Kenobi?" chiese bruscamente Mellian "E' proprio l'ultimo essere vivente per cui potrei rimanere qui! E, anche fosse davvero l'ultimo, non rimarrei lo stesso."
Il Jedi aveva distolto lo sguardo con aria sprezzante, quasi fosse stanco di dover discutere per difendere qualcuno o qualcosa.
"Bah, alla fine tutte ragazzine viziate uguali!" aveva bofonchiato.
Mellian conviveva da tutta la vita con quello che pensava fosse un disprezzo mal celato nei suoi confronti da parte della casta Jedi, l'unico che aveva pensato valesse la pena, più o meno, di dedicarsi a lei era stato il Maestro Qui-Gon, ma lui non c'era più.
"Tu!" sibilò alzando la voce "Cosa diavolo vuoi da me? Che ne sai tu di me?"
"So che siete tutti uguali!" rispose lui in preda ad un'ira quasi tangibile "Quando c'è da fare, deve fare qualcun altro, se c'è da sporcarsi le mani, che ci pensino gli altri, se si può mollare la responsabilità, pronti a farlo!"
"Ma che dici? Ti sei fatto di spaccacervello da Dexter?" esclamò lei sempre più allarmata dalla situazione assurda.
Il Jedi era fuori di sè dalla rabbia, cosa ben poco da Jedi, in effetti, e Mellian si sentiva spiazzata da questo.
E, a ben guardare l'equilibrio precario, forse era davvero fatto o ubriaco.
Ma che razza di Jedi era?
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Vos era ribelle, caparbio, sicuro di sé e sfrontato a sufficienza per riuscire a ragionare con la propria testa.
Tutto ciò che ai Jedi mancava.
Anche dopo tanti anni, continuava a essere il tipo di Jedi anticonvenzionale e sempre sul filo del rasoio che Mellian ricordava.
E lei, adesso, non poteva credere a ciò che le stava dicendo Kenobi!
“E’ stato un errore, lo comprendo” stava farfugliando inutilmente il Jedi
“Tu dici?” rispose velenosa Mellian
“Sembrava non esserci altra scelta. Questa guerra deve finire, in un modo o nell’altro.” esclamò Obi Wan.
“Certo, perché non farla finire con un bell’omicidio?” ribattè ironica lei “E magari mandando un Jedi a farsi aiutare dalla più spietata cacciatrice di taglie della galassia!”
“Asajj Ventress è la persona che conosce meglio il Conte Dooku” commentò Kenobi ad un passo dallo sfinimento “Era la scelta più ovvia per fornire a Vos le indicazioni utili ad eliminare Dooku. Ed è anche la persona che lo odia più di tutti!”
“Il nemico del mio nemico è mio amico. E’ questa adesso la filosofia Jedi?”
Obi Wan la guardò con aria sconsolata.
Sapeva di non poter controbattere in modo ragionevole, avevano fatto un errore, scelto la strada sbagliata e adesso uno di loro era scomparso… morto oppure peggio.
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Tanti anni prima, fuori dall'hangar, Mellian e Vos si erano ritrovati inspiegabilmente a fronteggiarsi a spade laser accese.
Vos, in stato visibilmente alterato, sputava rabbia sui traditori, su chi abbandona, fino a sproloquiare di vendette impossibili e mancanza di giustizia.
Mellian era sempre più confusa.
Ne aveva abbastanza di quei presuntuosi manichini, troppo presi dalla loro filosofia Jedi per riuscire a calarsi nella realtà effettiva.
Ma il Jedi che la stava affrontando in questo momento la destabilizzava, era assurdo e incomprensibile.
Che fosse un adepto del Lato Oscuro?
Del resto nessuno di loro sapeva dove si nascondessero i Sith, magari erano proprio in mezzo alle loro nemesi.
"Tu hai sempre odiato tutti noi!" urlava Vos mentre barcollava lievemente "E Obi Wan più di tutti!"
E fin qui, aveva fatto centro, non era un mistero per nessuno.
Mellian non capiva il motivo di tanto risentimento nei suoi confronti.
"E quindi?" rispose rabbiosamente lei "Hai paura di me, per caso?"
La provocazione sortì effetto e il Jedi si lasciò trascinare dalla rabbia scaraventandosi verso la ragazza con un fendente della lightsaber.
Mellian deviò il colpo, senza curarsi dello scalpore che il loro comportamento iniziava a suscitare nei civili intorno a loro.
La rabbia di Vos era tangibile e Mellian poteva percepirla nettamente, trovandola quasi piacevole.
Per la prima volta non era la sola a provare emozioni simili, dopo una vita a sentirsi inadeguata proprio a causa di quella parte del suo carattere che i Jedi non avrebbero mai accettato, era di fronte a uno di loro che ribolliva almeno quanto lei.
Desiderava abbandonarsi a quella rabbia, mentre parava i colpi si immaginava la sensazione che avrebbe potuto darle trafiggere il suo assalitore.
"Tu non sei un Jedi, non puoi essere una di noi!" Vos stava letteralmente sbraitando.
Mellian si rese conto che quella frase, ormai, non le poteva più fare del male.
Provava un'intima soddisfazione nel non appartenere alla casta da lei odiata, quasi fosse sinonimo di libertà.
I colpi si susseguivano e sempre più gente sbalordita si fermava a guardare la scena.
Il Jedi, in preda ai propri ragionamenti deliranti, parve arrivare ad una conclusione
"Tu..." disse abbassando la voce "Tu potresti essere un Sith!"
Mellian era interdetta, tanto che rischiò di perdere l'equilibrio in seguito all'ultimo fendente.
Lo stesso dubbio che le aveva attraversato la mente su Quinlan Vos, adesso se lo sentiva riproporre come accusa.
Ma che storia era?
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"Cosa stai facendo?" le chiese Obi Wan Kenobi mentre Mellian agganciava la spada laser alla cintura
"Vado a cercarlo. Che altro?" rispose lei stizzita
"No! Fermati, non puoi!" si allarmò il Jedi
La ragazza alzò lentamente lo sguardo con espressione stanca "Obi Wan, sorvolando sul fatto che dire a me che non posso fare qualcosa è sempre una pessima mossa, ma tu avresti un'idea migliore?"
Il Jedi ammutolì.
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Il combattimento tra i due sembrava infinito, ma in realtà era passato solo qualche minuto.
La convinzione che la ragazza potesse essere un Sith aveva rinvigorito il Jedi, deciso a stroncarla.
Ma era in condizioni evidentemente alterate, altrimenti con l'esperienza accumulata, l'avrebbe già sconfitta da parecchio.
Mellian parava i colpi ma non affondava con decisione, ancora in bilico tra la voglia di aprirsi completamente alla rabbia e il timore di ferire seriamente il Jedi, cosa che in realtà non avrebbe voluto fare.
Ma Vos sembrava pensarla diversamente e, nonostante lo stato alterato in cui versava, due suoi fendenti riuscirono a segnare l'avambraccio e il dorso della mano sinistra.
Il dolore fu limitato ma la ragazza si guardò l'arto stupefatta, come se fosse stata trafitta nell'orgoglio, più che nella carne.
Era difficile contenere la rabbia e Mellian non aveva i limiti dei Jedi, perchè avrebbe dovuto trattenersi?
Lo scontro aumentò di ritmo e tenacia fino a che la ragazza non ebbe la meglio sul poco lucido Jedi.
Vos perse la presa sulla spada laser, che cadde roteando ai piedi di Mellian, e contemporaneamente perse anche l'equilibrio, cadendo sulle ginocchia come un ubriaco.
Con lo sguardo annebbiato e parole poco fluide, fissò la ragazza e bisbigliò solo "Distruggimi".
Per Mellian fu come uno schiaffo che eliminò di colpo la rabbia lasciando posto alla sola preoccupazione.
Appese la propria lightsaber alla cintura e fissò l'uomo.
Vos aveva presenziato al funerale del Maestro Qui-Gon Jinn.
A Mellian era stato detto che il corpo umano del Jedi defunto era stato preparato da Vos e da Kenobi per la cerimonia.
Un'intuizione la colpì: Vos aveva toccato toccato Qui-Gon, ma la sua capacità era la psicometria, bastava che toccasse un oggetto per rivivere fatti e sentimenti del suo proprietario.
Avevano permesso (voluto?) a Quinlan Vos di toccare Qui-Gon Jinn e lui aveva rivissuto gli ultimi momenti di vita del Maestro Jedi.
Vos era stato faccia a faccia con il Sith, come se lo avesse affrontato lui stesso, era stato ferito e aveva vissuto l'esperienza della morte.
Ma come avevano potuto permetterlo?
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Kenobi non aveva più proferito parola.
Mellian aveva raccolto ciò che le serviva e si era avvicinata alla porta.
Girandosi e incrociando gli occhi del Jedi, le era sembrato di dover dire altro, di doverlo convincere che non poteva lasciare nulla di intentato, doveva raggiungere Vos ovunque fosse, ma lo sguardo triste e abbattuto di Obi Wan le fecero cambiare idea, non aveva senso continuare a discutere.
La ragazza abbassò lo sguardo sul dorso della sua mano sinistra, dove si intravvedeva una breve linea più chiara, ricordo del tempo passato e di quel legame solo accennato con un Jedi irriverente e ribelle.
Poi sollevò lo sguardo e uscì decisa.
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