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La Ribellione

Milady non poteva dormire, erano ormai troppi i giorni in cui il sonno veniva costantemente interrotto dalle visioni.

Incubi? Premonizioni? Non lo sapeva, sapeva solo che desiderava con tutte le sue forze farle cessare, qualunque cosa fossero.


La discesa sul pianeta di Lothal era stata semplice, senza incidenti.

I bollettini imperiali parlavano di una cellula ribelle sul pianeta ma, se anche ci fosse stata, non se ne era vista neppure l'ombra.

Lord Vader era nell'ufficio del Ministro Tua, con l'onnipresente Agente Kallus che pareva aver deciso di fargli da scorta durante la permanenza sul pianeta, come se potesse proteggerlo meglio di quanto potessero fare lo stesso Vader e Milady... o anche Vader da solo, se è per questo!


La tensione al di là della porta era quasi fisica, percepibile in tutta la sua gravità.

Lord Vader non era contento della gestione della presunta minaccia ribelle da parte di Maketh Tua e le sue parole, sebbene non udibili, stavano scatenando un'onda di puro terrore nel Ministro.

Milady si immaginò come doveva apparire Vader agli occhi della donna che stava subendo i rimproveri: una minacciosa e imponente ombra nera, la spaventosa realtà dalla quale dipendeva la sua vita, un essere più macchina che uomo il cui sibilo del respiratore avrebbe potuto accompagnare una dichiarazione di morte... lui che la fissava da dietro la maschera, la spada laser rosso sangue che si illuminava per poi abbattersi su di lei!

No! Non era questa la realtà!

Al di là della porta si sentiva Vader ordinare a Tua di presentarsi, l'indomani, dal Moff Tarkin.

Era comunque qualcosa di vicinissimo ad una minaccia, ma quello che aveva visto Milady era altro, un'altra situazione, un altro pianeta.

Qualcosa che continuava a turbare i suoi sogni e adesso anche lo stato di veglia.


L'uscita all'unisono di Vader e Kallus dalla stanza del Ministro, le fece accantonare i pensieri.

"Chiederà aiuto, ne sono sicuro!" esclamò il militare

"E' per questo che non dobbiamo perdere l'occasione!" rispose Vader "Agente Kallus, voglio che domani sia lei ad accompagnare il Ministro da Tarkin e si prepari a ciò che ne deriverà. Siamo intesi?"

"Certo, mio Signore!"

Con un deferente inchino della testa e il classico sorriso da cospiratore, Kallus si congedò.


"Pensi che questa cellula di ribelli esista davvero?" chiese Milady

"Ne sono sicuro" rispose lui mentre percorrevano i corridoi "Capital City è abbastanza estesa da nascondere agevolmente piccoli gruppi sovversivi."

"Quindi, invece di setacciare la città per scovarli, li porterai allo scoperto usando il Ministro..." osservò lei "Sì. Potrebbe funzionare!"

Il Sith rallentò girandosi leggermente in direzione della donna "Lieto che il mio piano abbia la tua approvazione!" esclamò con lieve scherno.

Milady provò un misto di imbarazzo e, poi, di rammarico per quella che avrebbe potuto essere una delle battute del suo vecchio amico Anakin.

"Chiedo scusa, Milord" accennò "Non volevo mettere in dubbio le tue decisioni, stavo solo... pensando a voce alta."

"Scuse accettate" rispose lui con tono ironico "Ci vediamo al briefing" e si allontanò a passo spedito.

Era tanto, tanto tempo che Milady non pensava più ad Anakin e, in quel momento, un'altra immagine la colpì come uno schiaffo: Darth Vader in piedi, con l'elmo rotto in corrispondenza del visore, un occhio scoperto che la fissava... un occhio insieme umano e demoniaco, l'occhio di Anakin ma in preda ad un odio così grande...

Sentì le gambe vacillare e un conato torcerle lo stomaco, tanto da doversi appoggiare alla parete del corridoio per non cadere a terra.

Ma cosa stava succedendo?


Il piano di Lord Vader fu portato a compimento il giorno seguente.

All'arrivo di Tua accompagnata da Kallus, una variopinta Mandaloriana aprì il fuoco verso la scorta all'ingresso dell'hangar.

Mossa pressochè inutile data la presenza di forze imperiali aggiuntive, schierate appositamente in previsione dell'attacco.

L'esplosione della navetta di salvataggio del Ministro Tua, proprio mentre stava salendo a bordo, decretò la riuscita della prima parte del piano e la fine della possibilità dei ribelli di ottenere le informazioni sperate.

Milady, lightsaber in pugno, arrivò all'hangar proteggendo il suo Signore dai colpi vaganti, ma senza portare alcun attacco ai ribelli, come ordinato da Vader stesso.

I ribelli dovevano poter salire sul loro trasporto e... precipitare sotto i colpi di un AT-DP.

"Sarà facile trovarli ora!" esclamò inutilmente Kallus

Vader non lo degnò di uno sguardo, che rivolse invece in direzione di Milady.

La donna, intuendo la muta richiesta, annuì "Le squadriglie sono già in posizione. Ho dato l'ordine. Attendo le coordinate dei ribelli a momenti."


"Sono Jedi sopravvissuti o cosa?" chiese la donna mentre rientravano sulla navetta "Uno dei due mi sembrava troppo giovane per essere uno dei vecchi padawan!"

Durante il combattimento, le due spade laser blu che saettavano in mezzo ai colpi di blaster non potevano passare inosservate.

"Concordo" rispose il Sith "Probabilmente l'altro era un padawan e ora sta istruendo il ragazzo"

"Quindi i ribelli sono affiancati dai Jedi, interessante!" replicò lei

"I Jedi non esistono più!" tuonò Vader "Sono solo fantasmi di una vecchia religione morta!"

"La segnalazione li individua in una fabbrica imperiale di navette classe Lambda" comunicò Milady, ignorando lo sfogo del Sith.

"A tutte le unità..." esclamò al comunicatore "Dirigersi alle coordinate inviate. Aspettate il nostro arrivo prima di far scattare la trappola. Ogni navetta presente deve avere operativo il sistema di tracciamento, ma nessuno deve notare la vostra presenza fino al nostro arrivo!"


Le maglie si stavano stringendo, a breve quella cellula di ribelli sarebbe stata stroncata e, se il piano di Vader fosse andato in porto, anche tutto il resto della piccola ribellione che li stava aspettando da qualche parte nello spazio.

Milady non sapeva che sentimenti provare in merito, quindi decise di non provarne e di tornare fredda e distaccata.





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